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Su Netflix “The gray man”, se gli americani si limitassero a fare gli action staremmo tutti meglio…

Dal 22 luglio la pellicola firmata dai fratelli Joe ed Anthony Russo, tratta dalla serie di romanzi omonimi dello scrittore Mark Greaney

Su Netflix “The gray man”, se gli americani si limitassero a fare gli action staremmo tutti meglio…

Eh, sì, si muore dal caldo e forse è preferibile una buona nuotata ad un film, sempre che non ci sia in un’arena estiva serale con una buona previsione di fresco. Ma a quelli che non ne hanno la possibilità o che sono fanatici dello streaming ad ogni costo consigliamo la visione di “The gray man” – dal 22 luglio su Netflix – che è la pellicola action migliore che abbiamo visto in quest’anno nefando di guerra e pandemia.

I registi – i fratelli americani Joe ed Anthony Russo – hanno tratto questo film dalla serie di romanzi omonimi dello scrittore Mark Greaney. Sierra Six (l’ex galeotto Court Gentry; Ryan Gosling) è un agente che fa parte di una struttura segreta della Cia utilizzata per obiettivi al di sopra ed al di sotto di qualsiasi idea della legalità. La struttura è stata creata dal funzionario Donald Fitzroy (Billy Bob Thornton) che ha inteso dare ad uomini condannati a morte l’occasione di diventare agenti finali. Ma mentre Six viene utilizzato per tacitare in Birmania Four – autore di un doppio gioco – si trova invischiato in un regolamento di conti tra nuovi funzionari che intendono radere al suolo la sub-agenzia creata da Fitzroy – ora in pensione – per coprire le loro malefatte. Six diventa allora un bersaglio e per farlo cadere in trappola si utilizza anche la nipote di Fitzroy, Claire (Julia Butters), a cui Court ha fatta da balia già tre anni dopo. Mandante di quest’inseguimento planetario per distruggere Sierra Six è Denny Carmichael (Regé-Jean Page) il nuovo funzionario operativo Cia che utilizza un’unità esterna all’Agenzia – lo schizoide Lloyd Hansen (Chris Evans) – che ha il compito di recuperare un Drive che nasconde le malefatte di Carmichael. Ad aiutare Six l’altra agente Dani Miranda (Ana de Armas) che ha assistito allo scambio della collana da Four a Sierra.

Dalla Turchia a Vienna passando per una guerriglia urbana nel centro e sul tram di Praga l’azione diviene irresistibile, mentre la centrale operativa si sposta in Croazia al Castello di Zbrka dove avverrà il redde rationem. Gli americani sono dei maghi negli effetti speciali – Georges Demétrau – mentre in sottofondo “Silver Bird” di Mark Lindsay delizia i nostri palati musicali. 200 milioni ben spesi: se gli americani si limitassero a fare gli action staremmo tutti meglio…

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