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Il Foglio Sportivo: dietro il successo della Bobotv c’è il drammatico vecchiume del giornalismo sportivo

L’ultima puntata l’hanno vista in più di 300 mila persone. Su Twitch è il canale calcistico più seguito. Quattro barbogi sono più credibili di tanti giornalisti

Il Foglio Sportivo: dietro il successo della Bobotv c’è il drammatico vecchiume del giornalismo sportivo

In un articolo a firma di Giuseppe Pastore, Il Foglio Sportivo analizza il successo della Bobotv mettendolo in relazione con la crisi del giornalismo tradizionale.

L’ultima puntata della stagione scorsa della Bobotv è stata vista da più di 300mila persone tra diretta e differita. Su Twitch il canale della tv è uno dei più seguiti: con 483.883 affiliati è il 25esimo canale italiano per numero di iscritti secondo i dati di Twitchtracker, per abissale distacco il più seguito tra quelli che parlano di calcio. Nel mondo è al quarto posto, dietro solo agli spagnoli.

Dietro il successo del format di Vieri, Cassano, Adani e Ventola c’è il problema più grande del giornalismo sportivo di oggi:

è vecchio, vecchio in modo drammatico“.

Certo, anche Bobo e i suoi amici non sono giovanissimi. Il più giovane è Cassano, che ha 40 anni e di cui sono gettonatissime le gaffe.

“Nemmeno lo sviluppo dei vari argomenti è granché rivoluzionario: il dibattito è spesso ozioso, ripetitivo, in gran parte fondato su una pappardella di luoghi comuni che vengono ripetuti ogni cinque minuti”.

Ma il disprezzo con cui in tanti liquidano la Bobotv non ha senso.

“per esempio, perché a una settimana dalla finale di Champions 2021 Pep Guardiola ha accettato di chiacchierare con loro, invece che con i soliti giornalisti? Perché quattro ex calciatori di mezza età, guitti finché si vuole ma tutti di rango internazionale, con presenze in Champions e Nazionale, mettono meno in difficoltà, capiscono meglio il calcio e rappresentano una comfort zone più solida di tantissimi giornalisti – insomma, sono più credibili“.

La Bobotv trionfa

“sulle macerie dei grandi media tradizionali, i quali – tra le altre cose – faticano a proporre una voce credibile sotto i quarant’anni che non sia stato un ex calciatore (per esempio, l’ottimo Parolo di Dazn). Il Club di Sky è un circolo di compiaciuti ultracinquantenni, mentre Rai e Mediaset sono semplicemente territori sconosciuti al pubblico giovane, che guarda i primi sei tasti del telecomando come Matthew Mcconaughey scrutava il gargantuesco buco nero di Interstellar”.

Oggi “il pallone rotola sui social”. Lo prova il fatto che il neoportiere del Monza, Alessio Cragno, ha parlato della sua balbuzie a “Cronache di Spogliatoio”

“con uno spazio che nessun altro è mai riuscito (o ha mai voluto) concedergli, ostacolato anche dalla pigrizia di tanti uffici stampa che si limitano al compitino portato avanti per anni invece che aprire le finestre”.

Insomma, conclude Il Foglio, “la Bobotv non è la cura ma il sintomo”.

“Il luogo comune che va per la maggiore – i giovani non seguono più il calcio – è facile da rovesciare: il calcio non fa nulla per essere seguito dai giovani, i quali per seguirlo sono persino disposti ad accontentarsi di quattro barbogi di successo che mandano in frantumi il boomerometro. Aspettiamo fiduciosi l’evoluzione della specie, che arriverà. Sbaglieremo? Amen”.

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