«Comprare calciatori senza accedere alle cartelle cliniche è come comprare auto usate senza ispezionarne i componenti»
Il Foglio Sportivo scrive di Noisefeed, la più grande banca dati mondiale sugli infortuni dei professionisti

Roma 09/01/2022 - campionato di calcio serie A / Roma-Juventus / foto Image Sport nella foto: infortunio Federico Chiesa
“Così lo stress fisico dei giocatori ha fatto schizzare il numero di infortuni, all’interno di un trend che già prevedeva sempre più match all’anno. Una prima analisi di mercato mi ha confermato che durante quella sessione di trasferimenti erano girati circa 3 miliardi di euro, senza alcuna informazione a supporto di tali cifre”. Si procedeva alla cieca, insomma. “Come comprare auto usate prive di ispezione sulle componenti. Era arrivato il momento di lanciare la nostra piattaforma”.
Noisefeed è la più grande banca dati mondiale sugli infortuni dei professionisti. Ne scrive l’edizione odierna del Foglio Sportivo. Sul mercato italiano lavora con tutta la Serie A, ma sta facendosi spazio anche all’estero, col Tottenham e con l’Arsenal per esempio. L’avamposto in Inghilterra è l’Everton. Che dopo una stagione sottotono a causa di problematiche fisiche si è affidato a Noisefeed. Al Foglio ne parla il Ceo, Cavallo,.
«Come dicevo, le cartelle cliniche sono off-limits. Ma ogni infortunio è caratterizzato da un certo numero di parametri al contrario accessibili: chi ha operato il calciatore, quando, in che parte del corpo, per quanti giorni è rimasto ai box. Noi ne utilizziamo una quindicina. E, questa è la novità, li classifichiamo all’interno di un sistema. Abbiamo una componente tecnologica che ci consente di accedere in tempo reale a informazioni organizzate secondo le nostre esigenze. E poi c’è l’attività sul campo: per esempio, l’analista che segue il Brasile è brasiliano e fa monitoraggio in loco. La presenza capillare garantisce fonti qualitative più elevate»
Del team fa parte anche Gianluca Galliani, il figlio di Adriano.
«Nel calcio l’effetto domino conta molto: si fa rete, ci si confronta di continuo. Ma rompere il ghiaccio è una cosa. Entrare nella quotidianità dei club di tutto il mondo è ben altro traguardo. Vuol dire che la nostra invenzione, più che furba, era necessaria»