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Anche il Milan di Sacchi voleva De Ketelaere, la trattativa più lunga di sempre

Come scrive Sconcerti: è da un anno al centro del progetto Milan. In virtuale. Nella realtà hanno comprato solo Origi

Anche il Milan di Sacchi voleva De Ketelaere, la trattativa più lunga di sempre
2022 archivio Image / Calcio / Club Brugge / Charles De Ketelaere / foto Imago/Image Sport ONLY ITALY

Le prime tracce di Charles De Ketelaere sulla Gazzetta della Sport risalgono al pleistocene. C’erano porzioni di De Ketelaere nel dna del Milan di Sacchi, e a rileggere la formazione scudettata di Pioli al contrario spunta De Ketelaere già a settembre 2021, tipo sottotesto satanico di Stairway to heaven. Si dice – ma non ci sono prove – che De Ketelaere fosse già virale sui Navigli ben prima che qualcuno ipotizzasse il passaggio di specie in un calciomercato ittico di Wuhan. Oggi, titola la Gazzetta dello Sport, “Diavolo: il prezzo è giusto”. Insomma tra poche ore ‘sto benedetto De Ketelaere potrebbe davvero diventare un giocatore del Milan. L’avvertite il friccicore?

Perché intanto De Ketelaere è diventato un tormentone di sfondo. Fa parte del nostro quotidiano di tifosi angosciati dalla dismissione del Napoli, preoccupati per le casse bucate dell’Inter, disgustati per i kolossal romani. Perché ogni giorno, da tempo immemore, la Gazzetta dello Sport ci informa che De Ketelaere è alle porte, che la trattativa va avanti serrata, che Maldini non molla l’osso belga, che Massara ha in pugno il Messi delle Fiandre. In un ricalcolo in tempo reale del prezzo, fino a quello “giusto”. Che poi sarebbe quello richiesto fin dall’inizio dal Club Brugge: 35 milioni di euro e spiccioli.

Se n’è infine accorto pure Mario Sconcerti, che scrive sul Corriere della Sera:

“È strano che dopo un anno di osservazioni e viaggi, dopo mesi di trattative e perfino accordi col giocatore, ci si sia fermati così a lungo per pochissimi milioni. Il Milan ha messo De Ketelaere da un anno al centro del progetto. È l’uomo che deve migliorare una squadra che ha vinto, quindi non facile da migliorare”.

E infatti il Milan, a dispetto delle paginate rosa che contrabbandano il messaggio opposto, è lo stesso che ha vinto lo Scudetto qualche settimana fa. Così difficile da migliorare che non lo migliorano. Sono arrivati Pobega (fine prestito dal Torino), Adli (fine prestito dal Bordeaux), Caldara (fine prestito dal Venezia), e Origi (dal Liverpool). Sono andati via Castillejo, Kessié, Romagnoli e Hauge. Ma il battage è a senso unico: De Ketelaere. Ovunque, sempre, costantemente De Ketelaere.

Sarà anche uno dei migliori talenti del calcio mondiale, ne sappiamo poco più di Wikipedia. Non discutiamo. Ma resti a verbale che la squadra campione d’Italia ha comprato finora un solo giocatore (Origi) e da mesi insegue un “prospetto” (scusate…) di 22 anni manco fosse Haaland. La forza quasi muscolare con la quale la Gazzetta su tutti ha imposto De Ketelaere – lo ripetiamo perché ormai è una cantilena, non esce più dalla testa – è esemplare d’un sistema industriale d’informazione “amica”. Pensate se un equivalente quotidiano sportivo avesse per settimane rilanciato l’ossessione Kvaratskhelia per il Napoli… Probabilmente sarebbero morti di stenti, a decine, i feticisti dello spelling, ma altrettanto, forse, i tifosi del Napoli non soffrirebbero di depressione come sta avvenendo. Perché anche a questo serve la comunicazione: funziona da placebo per chi vive il mercato come un sogno d’estate, alimenta le ambizioni percepite.

Chiedi di De Ketelaere a un milanista: gli brilleranno gli occhi dal desiderio. Non è ancora arrivato ma è come se ci fosse da sempre. A noi resta una domanda, a questo punto una mezza bestemmia: ma chi cazz’è stu De Ketelaere?

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