I giovani italiani vengono parcheggiati in Serie B e in Serie C. Le prime sette squadre hanno pochissimi italiani in squadra. Un problema da risolvere prima di perdere la terza qualificazione ai Mondiali

L’Equipe lo ha fatto con Gnonto, So Foot con Zerbin. Due giovani calciatori italiani improvvisamente balzati agli onori delle cronache. Alessio Zerbin, di proprietà del Napoli, ha esordito in Nazionale contro l’Ungheria in Nations League pur non avendo mai giocato un minuto in Serie A. Come accaduto peraltro a Gatti suo compagno di squadra nel Frosinone.
Scrive So Foot:
Un’ascesa fulminea per il giovane attaccante 23enne che ha attraversato il mondo dilettantistico e dal suo arrivo a Napoli nel 2017 è stato in prestito in Serie B e C. Una favola che ricorda quella di Jonathan Clauss recentemente chiamato da Didier Deschamps in Nazionale. Se Clauss è stato premiato per l’ottima stagione nel Lens il giocatore in prestito al Frosinone ha beneficiato soprattutto dell’assenza di attaccanti disponibili nell’Italia.
La stagione è stata estenuante e molti attaccanti non risposto alla convocazione di Mancini. Dice Ricardo Faty che gioca anche in Serie B con la Reggina: «È abbastanza sorprendente vedere in Nazionale un giocatore come Zerbin che non gioca nemmeno per una delle squadre più forti della Serie B».
So Foot scrive che la nuova generazione è lenta ad affacciarsi nel calcio che conta. È sempre Faty a parlare:
I giovani giocatori italiani sono costretti a passare attraverso un “vero percorso ad ostacoli” per accedere alla Serie A. “Per mettersi in evidenza, devono mettersi alla prova in Serie B o Serie C, spesso in club non ben organizzati né strutturati. È una trafila radicata nella loro cultura. Per loro, essere in prestito in Serie B e C è normale.
Quindi, guardando le sette più forti squadre italiane, Milan, Inter, Roma, Lazio, Juventus, Napoli e Atalanta,
non hanno più di quattro giocatori italiani tra i loro undici giocatori più utilizzati in questa stagione (quattro a Roma e Lazio, tre alla Juve, due a Napoli, Inter e Milan e solo uno all’Atalanta). L’arrivo massiccio di giocatori stranieri sempre più giovani complica ancora di più la formazione dei giovani italiani.
“Questo è il problema in Italia, i club fanno affari sui giovani. Cercano gli stranieri che hanno meno difficoltà a spostarsi quindi e lasciano ancora meno spazio ai giovani italiani”, continua Faty.
Conclude So Foot:
L’Italia dovrà prima di tutto rivedere alcuni punti della formazione giovanile. Se non altro per permettere a giocatori come Zerbin di avere le loro chance in Serie A, e questo, ben prima di sperare di permettere alla Nazionale di non perdere un terzo Mondiale consecutivo.