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Senza le immagini, la notizia non esiste. L’Italia ignora la tragedia sfiorata allo Stade de France

Un disastro organizzativo che ha avuto “la colpa” di non mietere vittime. I grandi giornali internazionali se ne occupano da settimane, da noi zero

Senza le immagini, la notizia non esiste. L’Italia ignora la tragedia sfiorata allo Stade de France

Il problema è che non è morto nessuno. Nemmeno un ferito grave, un tifoso in coma cui appigliarsi. Che squallore le tentate stragi del 2022. Negli anni 80, allora sì che facevano le cose per bene: i 97 morti di Hillsborough, la salme a bordo campo dell’Heysel. Tutto immediatamente riconoscibile: c’erano i “riflessi filmati”, il dolore della folla era quasi tattile. Il dramma aveva sembianze umane. Oggi che è tutto ripreso costantemente da decine di smartphone, non v’è traccia del caos fuori allo Stade de France, allo scoccare di una finale di Champions League. A Parigi. Nel 2022.

In Italia nessuno, in diretta e in differita, ha potuto “toccare” le proporzioni del dramma che stava consumandosi. E dopo, quando il bubbone è scoppiato fino a mutare in scandalo diplomatico al rimpiattino tra Inghilterra e Francia, peggio ancora. Perché distrarre la gente dal calciomercato? In fondo, è vero, potevano morire decine di persone. Ma non l’hanno fatto. Ed è – mediaticamente – una colpa.

Di più: si era in Francia. La polizia che ha sparato lacrimogeni sui bambini per lunghissime ore mentre stritolava i tifosi in imbuti malorganizzati è quella di Parigi. Le “vittime” – quasi tutte – erano inglesi. C’era pure qualche italiano, ma nessuno se n’è accorto. Il difetto di nazionalità, da noi, è dirimente: la contrizione è campanilistica. L’indignazione è basculante: fosse morto asfissiato nel caos un italiano, sarebbe scoppiato il pandemonio. Ma, di nuovo: no, non è morto nessuno. La calca non fa granché notizia. Le telecamere mainstream, per giunta, erano tutte all’interno, ad inquadrare chine un prato vuoto mentre altrove si scatenava l’inferno. Insomma: non è mai esistita la tentata strage dello Stade de France, in Italia. Nessuno lamenta la privazione del diritto di cronaca. Ne parleranno, chissà, tra qualche mese a Chi l’ha visto?

La non-copertura di una quasi-catastrofe ormai certificata, però, segna giornalisticamente uno scarto con il passato: manco più i bambini tirano. La stampa inglese in queste settimane ha raccolto centinaia di terribili testimonianze di “povere creature” quasi ammazzate, terrorizzate, traumatizzate. I grandi giornali internazionali se ne occupano quotidianamente. In Italia ne è arrivata un’eco lontana, lontanissima. Un riverbero con lo sbadiglio. Un Paese capace di produrre panna montata su cazzate ridicole si dimostra clamorosamente inattrezzato a cogliere un dramma incombente di quelle proporzioni. Incapace di analizzare, nemmeno per osmosi, lo sgomento di vite che potevano essere le nostre (lo sono state, per la verità!). Inetto persino nel capitalizzare la paura di ragazzini di 10 anni che hanno visto massacrati i propri genitori, mentre pensavano di morire avvelenati, prima di una partita di calcio.

Perché ci sono mancate le immagini. Peggio: hanno deciso di censurarle per non rovinare il vestito buono della festa, l’evento pagato in esclusiva per essere felice, gioioso. E nel 2022, il pubblico a questo s’è ridotto: un’orda di voyeur scossi solo dalla morbosità. Non c’è niente da vedere, circolare. Manco un morto siete buoni a fare… Chi prende l’Inter quest’estate?

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