Quando in una finale a Roma Clerici scese in campo per indicare il segno di una palla fuori
Baccini: "1971, finale tra Laver e Kodes. Arbitro e giocatori non sono d'accordo su un segno. Lui scavalca col suo cappello da cacciatore bianco e striscia di leopardo e indica il segno. Si fidarono tutti"

L’anedottica su Gianni Clerici è infinita. Ognuno ha un suo racconto, un episodio, che racconta perfettamente il clima del tennis (ma dello sport in generale) degli anni 60 e 70 in particolare: più vero, immediato, spontaneo, meno regolato. Uno meraviglioso lo ricorda Giancarlo Baccini, storico consigliere della Fit, su Supertennis:
“L’episodio che secondo me chiarisce tutto sul conto di Gianni Clerici è accaduto nel 1971. Durante la finale degli Internazionali d’Italia fra Laver e Kodes ci fu una contestazione proprio sotto alla tribuna stampa del Centrale del Foro Italico. Né l’arbitro, né i giudici di linea né i due giocatori riuscivano a mettersi d’accordo su quale fosse il segno lasciato dalla palla. Clerici, che invece aveva visto benissimo, saltò in campo per indicare quello giusto. Era giugno, e lui portava bermuda color kaki, canottiera rossa e cappello da cacciatore bianco con tanto di striscia di leopardo. Eppure tutti si fidarono”