Il 4-1 subito dall’Olanda suona come la fine di un ciclo. «L’impressione è che il Belgio abbia già sprecato le sue migliori chances»
Tre giorni fa, il Belgio ha battuto la Polonia con un punteggio tennistico: 6 a 1. Con un De Bruyne magico come al solito. E per un momento è sembrato di dimenticare quello che era successo pochi giorni prima, ovvero un’umiliazione senza appello subita dai Red Devils contro l’Olanda: 4 a 1, con Batshuayi che, alla fine di una partita senza storia, ha segnato il gol della bandiera proprio al 93esimo. È sembrato che quella sconfitta, scrive Jonathan Liew sul Guardian, suggellasse in qualche modo l’inizio del declino della «gold generation» del Belgio, che ha perso pure, all’inizio del 2022, il primato nel ranking mondiale dopo diversi anni al comando.
È una generazione d’oro – certo – ma è anche una generazione che non ha vinto niente. Che sì, ha portato tanta speranza nel calcio in Belgio, ma anche tante angosce, perché arrivare sempre a mezzo passo dalla vittoria e poi non vincere mai è un po’ un agonia. Il giornale inglese cita alcuni calciatori la cui sola presenza vale un posto tra le favorite per i prossimi Mondiali, nonostante tutto: Courtois e De Bruyne, certo, ma anche Hazard, che dà segnali di ripresa, e Lukaku, che nonostante tutto giocherebbe titolare ovunque. L‘articolo non cita mai Mertens. Cita pure Carrasco, Alderweireld, Vertonghen, ma mai Mertens. Insomma, «la generazione d’oro è ancora in attività», ed in attacco (non in difesa) c’è pure qualche giovane promettente (Openda, Doku e De Keteleare, ma ciò non toglie che il Belgio ora abbia assunto le sembianze di una squadra appassita, «che ha già sprecato le sue migliori chances».
Il Guardian fa notare che fu una spettacolare vittoria per 4-2 proprio contro l’Olanda, nel 2012, a inaugurare – in qualche modo – l’era della generazione d’oro. Dopo un decennio, l’impressione è che il Belgio sia al «sipario». Tra poche ore i Red Devils giocheranno a Cardiff, contro il Galles. Poi, l’inizio di un conto alla rovescia di sei mesi che, in un modo o nell’altro, sancirà la fine di un ciclo.