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Gnonto parla quattro lingue e gli piace studiare. All’Inter faceva 200 km al giorno per allenarsi

Sul CorSport il ritratto del 18enne che ha esordito in Nazionale contro la Germania. Ha svegliato l’interesse di club di A e non solo. Valutato 7 milioni

Gnonto parla quattro lingue e gli piace studiare. All’Inter faceva 200 km al giorno per allenarsi
Db Bologna 04/06/2022 - Nations League / Italia-Germania / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Wilfred Gnonto

Sul Corriere dello Sport Andrea Ramazzotti traccia un profilo di Wilfried Gnonto, che a 18 anni e mezzo, sabato, ha esordito nella Nazionale di Mancini contro la Germania ed ha anche servito l’assist per il gol di Pellegrini. La sua storia parte da Baveno, nella provincia Verbano-Cusio-Ossola, in Piemonte. Lì hanno scelto di abitare i genitori, il padre Boris Noël e la madre Chantal. Lo racconta il padre.

«Abitavamo in uno dei due appartamenti della parrocchia, accanto a quello di Don Alfredo Fomia, che ci aveva sposato nel 2000 e non ci faceva pagare l’affitto. Noi contraccambiavamo con dei lavori per la chiesa, della quale eravamo i custodi».

Tre anni più tardi, nel vicino ospedale di Verbania, è nato Willy. Nel comune del Lago Maggiore tutti conoscono gli Gnonto. La madre ha lavorato per 21 anni come cameriera al Grand Hotel Dino, mentre il padre ha cambiato diversi impieghi nei paesi limitrofi. Quando è arrivato, dalla Costa d’Avorio, nel 1993, non aveva il permesso di soggiorno. Abitava con il fratello Jermain. Ogni mattina prendeva 3 treni («Più 10 chilometri a piedi») per andava a lavorare in un’azienda di rubinetti a San Maurizio d’Opaglio per «5.000 lire l’ora». Dopo quattro anni di sacrifici è tornato ad Abidjan a prendere Chantal e l’ha sposata portandola con sé a Baveno.

La famiglia è molto credente, Wilfried, che ha fatto anche il chierichetto alle messe di Don Alfredo e ancora oggi va in
chiesa. Da due anni gli Gnonto vivono a Zurigo, dove il figlio si è trasferito per giocare. La madre racconta:

«Mio figlio per le lingue è portato visto che ne parla quattro (italiano, inglese, tedesco e francese, ndr) e a scuola era bravissimo pure in latino».

Lo ha imparato al liceo classico di Verbania, poi, con il trasferimento all’Inter, ha cambiato scuola e si è iscritto al liceo scientifico sportivo di Busto Arsizio che frequenta tuttora on line. Il padre ne è orgoglioso:

«Studiare gli piace e venerdì a Bologna si è fatto portare i libri di matematica e diritto per prepararsi alla maturità. Era il primo della classe sia alle elementari sia alle medie. Ora sta frequentando anche la scuola svizzera che gli permetterà di avere il diploma per svolgere qualsiasi tipo di lavoro».

A Bologna, sabato, i genitori si sono commossi.

«Quando ha servito l’assist dell’1-0 a Pellegrini, siamo schizzati tutti e due in piedi. D’accordo, in tribuna bisogna essere composti, ma non potevamo trattenerci».

La vita calcistica di Willy è iniziata nel campetto sotto casa, vicino alla parrocchia, poi a 6 anni entrò nella Scuola Calcio del Baveno, allenato da Rino Molle. Il fondatore del club, Massimo Zacchera, dice di lui:

«La sua forza era ed è quella di entrare e uscire sempre dal campo con il sorriso. Fin da bambino, con il pallone tra i piedi, non era mai emozionato o impaurito dallo sfidare chi aveva 2-3 anni più di lui. In Nazionale a Bologna ha giocato come nella categoria Piccoli Amici: si è fatto scivolare tutto addosso e ha pensato solo a dimostrare le sue qualità».

Il padre Noël era attaccante a livello dilettantistico, la mamma atleta, faceva i 100 metri. Willy era incontenibile da bambino.

«Già irrefrenabile quando a 2-3 anni usava il salotto di casa come un campo da calcio. Per questo mio marito lo ha portato all’oratorio: voleva farlo stancare e salvaguardare la tv e i mobili».

A 8 anni Willy ha iniziato ad allenarsi lontano da Baveno. .

“tanti i chilometri “macinati” in macchina dal padre, che ha lavorato prima in una ditta di tendaggi a Borgomanero poi in una di tubi a Piedimulera, dalla madre o da una persona di loro fiducia che pagavano 30 euro al giorno”.

Prima ha giocato nel Suno, club della galassia Inter, poi a 9 anni, il trasferimento a Milano.

“I chilometri da percorrere ogni giorno diventarono cento all’andata e altrettanti al ritorno. Con conseguenti sacrifici per Willy, che mangiava durante il viaggio un panino preparato dalla mamma la mattina, e per la famiglia.

Il padre racconta:

«Cinque giorni la settimana avanti e indietro da Milano era un bello stress e non ce la facevamo più. Per fortuna l’Inter dopo qualche anno ci ha aiutato mandando a Meina, una ventina di chilometri da casa nostra, un pulmino che lo accompagnava al campo di allenamento e lo riportava lì».

Dopo il lockdown, ha firmato con il Zurigo. Sempre il padre:

«Aveva vinto lo scudetto Under 15 segnando in finale contro la Juventus e, nonostante fosse il più piccolo di tutti, faceva parecchie reti. In Nazionale però non lo convocavano e questo mi lasciava perplesso. La prima volta lo chiamò il ct Nunziata, poi nell’ottobre 2019 andò ai Mondiali Under 17 al posto del compagno Esposito, che non fu liberato da Conte: lì, contro ragazzi più grandi, realizzò 3 gol ed ebbe una notevole visibilità. Al suo ritorno iniziarono le trattative per la firma del primo contratto da professionista con l’Inter: le riunioni furono positive e Willy si trasferì a vivere nel convitto a Milano, ma il percorso prospettatoci non ci convinceva del tutto perché avrebbe giocato con la Primavera. Lo scoppio del Coronavirus ha complicato tutto. Dopo il lockdown lo Zurigo ci promise che lo avrebbe
messo in prima squadra e a quel punto la scelta era… obbligata».

La famiglia, così, ha abbandonato Baveno. La madre di Willy ora lavora in una lavanderia, il papà fa l’autista a tempo pieno del figlio.

Dopo il debutto contro la Germania, la Serie A lo ha messo nel mirino, scrive il quotidiano sportivo.

“Non a caso, un’ora dopo il debutto con la Germania, il suo nome era stato accostato al Monza di Berlusconi e Galliani. Chissà quante altre pretendenti spunteranno. L’unico vero sondaggio, in Serie A, è stato del Sassuolo e risale a qualche settimana fa. Il dg Carnevali lo tiene in un elenco di possibili alternative nel caso in cui venisse ceduto Raspadori. Verona e Torino si sono informate. Un profilo simile farebbe comodo alla Lazio di Sarri. Ieri è stato accostato a Roma e Fiorentina”.

“Lo ha seguito il Friburgo in Bundesliga. Dal Belgio ci sono stati i sondaggi di Anversa, Bruges e Anderlecht. Wilfried è stato accostato anche agli olandesi dell’Ajax e del Psv Eindhoven”.

“Il cartellino di Gnonto viene valutato 7-8 milioni, ma potrebbe essere preso a meno. Verso fi ne estate, il prezzo scenderà”.

Per ora non ci sono trattative concrete. Si vedrà.

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