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Che ci fa Berrettini sparato in prima pagina su Tuttosport? Non è meglio Lukaku?

Sugli altri si torna alla normalità: divide il taglio basso o con il primo campione del mondo italiano nella rana o con la Formula Uno

Che ci fa Berrettini sparato in prima pagina su Tuttosport? Non è meglio Lukaku?

C’è la “B” di Berrettini all’incrocio del titolo in stile enigmistico che trionfa in prima pagina di Tuttosport. In orizzontale è “Bellissimo”, in verticale il “Bis” del romano al Queen’s. Sarebbe stato più immediato un “Bravo”, ma non facciamo gli schizzinosi: Berrettini è sì bravissimo ma è anche un adone. In ogni caso i lettori del quotidiano sportivo torinese avranno avuto un sussulto stamattina: che ci fa un tennista, per giunta romano e tifoso della Fiorentina, spiattellato così a tutta a pagina, togliendo spazio al calciomercato?

Perché la gerarchia delle notizie di Tuttosport è un atto rivoluzionario in Italia. Basta guardare la concorrenza interna (i giornali sportivi stranieri li tacciamo per decenza) per accorgerci che se un tennista italiano torna dopo 84 giorni di infortunio e un’operazione e vince due tornei di fila sull’erba, di cui uno è un glorioso pezzo di storia del circuito, beh, è ben poca cosa rispetto all’eventuale sudatissimo ritorno all’Inter di Lukaku. E se non è Lukaku è Dybala, o Di Maria, o qualunque altro nome che titilli la febbre del lettore medio per il mercato estivo del pallone. Berrettini finisce in taglio basso, bassissimo. Sulla Gazzetta divide un box assieme ad un’altra bazzecola della domenica sportiva: il primo oro italiano nella rana ai Mondiali di nuoto, Martinenghi. Chi è era costui?

Gazzetta corrsport

Anche sul Corriere dello Sport, stessa rilevanza. Lukaku è statuario al centro del paginone. Berrettini è “solo” una star italiana, che domina l’erba alla vigilia di Wimbledon, il torneo più nobile del tennis. L’anno scorso perse solo in finale. Intanto incanta il mondo grazie ai risultati e ad una presenza anche estetica fuori dai canoni italiani: parla un inglese fluidissimo, è un sex symbol internazionale, scherza con il pubblico e usa i microfoni per affascinare pubblico e addetti ai lavori. E’ potenzialmente il più forte tennista della storia d’Italia. Che vuoi che sia, a confronto dell’ennesimo cavallo di ritorno della Serie A: gli elefanti che vengono a morire nel cimiteriale calcio nostrano fanno evidentemente più notizia. Tuttosport ha avuto uno spasmo di giornalismo, un guizzo. Ha dato un segno di vita.

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