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Bullismo, mobbing e un suicidio: sul Nyt l’ambiente tossico di lavoro al Chelsea

Le terribili dichiarazioni dei dipendenti (tutti sotto anonimato) sul clima di terrore e vessazione. Fino all’evento tragico. La nuova proprietà ha preferito non parlare

Bullismo, mobbing e un suicidio: sul Nyt l’ambiente tossico di lavoro al Chelsea
Mg Londra (Inghilterra) 23/11/2021 - Champions League / Chelsea-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: tifosi Chelsea

L’apertura dello sport del Nyt è un inquietante articolo di Tariq Panja sull’atmosfera che si respira al Chelsea. Non come squadra ma come azienda. Un ambiente di lavoro tossico, fortemente stressante, con ricadute sulla salute dei dipendenti. Fino al tragico suicidio di uno dei lavoratori: Richard Bignell l’ex direttore di Chelsea Tv.

L’approfondimento del quotidiano è un viaggio nel clima di paura e umiliazione che regna sovrano al reparto marketing del club, con persone mortificate di fronte agli altri, paura di partecipare alle riunioni. Il Nyt ha ascoltato numerosi dipendenti, tutti hanno voluto rilasciare dichiarazioni in forma anonima. La nuova proprietà del Chelsea (un gruppo guidato da Todd Boehly co-proprietario dei Los Angeles Dodgers) ha preferito non commentare.

Ancora con la vecchi proprietà era stata insediata una commissione con l’obiettivo di far luce sulle modalità di lavoro del reparto marketing che vanta una cinquantina di dipendenti. Iniziativa che però aveva creato poche aspettative nei lavoratori.

Il Nyt riporta le dichiarazioni della nuova proprietà: «i primi passi sono stati mossi dai nuovi proprietari per creare un ambiente coerente con i nostri valori». Ma non è chiaro – aggiunge il quotidiano – se siano state intraprese azioni per dare seguito alle accuse contro il responsabile del settore.

Il Nyt riporta il rapporto di un medico legale dopo la morte di Bignell che è avvenuta a gennaio. Il suicidio è collegato alla  “disperazione per la perdita del lavoro”.

Un dipendente che ha lasciato il reparto marketing del Chelsea, descrive l’esperienza come angosciante, a rischio per la salute mentale. Molte le lettere di protesta e preoccupazioni scritte ai dirigenti o persino al presidente del Chelsea Bruce Buck.

In un primo momento la Chelsea Tv dipendeva dall’ufficio comunicazione, poi a Bignell è stato chiesto di occuparsi di produrre contenuti digitali per i social media ed è finito sotto la giurisdizione del marketing.

“L’ultima volta che l’ho visto stava camminando intorno a Stamford Bridge ed era messo davvero male”, ha detto un collega che ha incontrato Bignell nell’estate del 2021 periodo in cui è andato in congedo medico. “Sembrava malato. Era dimagrito tantissimo.”

Bignell tornò al Chelsea a settembre e il giorno dopo venne licenziato. All’inizio di gennaio si è tolto la vita.

Dopo la morte di Bignell e nonostante l’indagine interna, lo staff di marketing del Chelsea ha continuato a perdere dipendenti.

La nuova proprietà del Chelsea ha detto mercoledì di aver contattato i parenti di Bignell attraverso l’avvocato della famiglia.

“Il nostro cuore va a tutta la famiglia di Richard”, ha detto la dichiarazione del team. “La sua scomparsa è stata profondamente sentita dai suoi colleghi del club e in tutta la comunità calcistica.”

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