Sul CorSport. Gli esperimenti sono utili a valutare i singoli, ma non a testare un nuovo ciclo, che richiede rodaggio e affiatamento per un gruppo più ristretto
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Se c’è una cosa che è risultata decisamente stonata, nella disfatta subita dall’Italia contro la Germania, è stata l’irritazione di Mancini, scrive Alessandro Barbano sul Corriere dello Sport. Non si possono mettere in campo strategie così azzardate e poi stupirsi che la Nazionale affondi.
“Se c’è una cosa che stona in questo allenamento, è l’irritazione di Mancini. Che fa dell’azzardo la sua strategia, schierando nove undicesimi diversi da quelli che hanno vinto facile con l’Ungheria e pareggiato con onore contro l’Inghilterra, cambia il modulo tattico prima della fine del primo tempo passando dal 4-3-3 al 3-5-2, prova un difensore centrale come Scalvini nel ruolo di centrocampista centrale, e poi si stupisce che l’Italia affondi. Come se non sapesse che la maggior parte dei tedeschi ha già vinto almeno una Champions”.
Un esperimento concepito in questo modo, continua,
“può essere utile per valutare le qualità e la capacità di reazione dei singoli, non per testare un nuovo ciclo, che richiede rodaggio e affiatamento per un gruppo più ristretto”.
Se tra una partita e l’altra si sostituiscono tutti e quattro i difensori non si può pretendere che si schierino in modo ordinato e chiudano lo spazio di tiro agli avversari.
La partita di ieri, comunque, ha dimostrato tutta la differenza tattica e psicologica “tra una formazione che legittimamente punta a salire sul podio del Qatar e una che il Qatar lo vedrà dalla tv”. Qualcosa di buono c’è: Mancini ha cambiato gioco, anche se a sprazzi, puntando su più verticalizzazioni. E poi i test su alcuni azzurri sono risultati positivi, ma non basta.
“Un discorso a parte merita Gnonto. Nessuno può pensare che un diciottenne di talento, privo di qualunque esperienza nel calcio competitivo delle Leghe Top né tantomeno nelle Coppe europee, possa essere il presente o il futuro prossimo della Nazionale”.
Dandogli fiducia, Mancini ha piuttosto lanciato un messaggio ai club: «fate giocare i giovani».