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La casa di Spalletti e il populismo da tribù di De Laurentiis

È partito il remake dello stritolamento. In un’altra città dovrebbe rispondere di Ibra e Ancelotti. Qui sono argomenti tabù, qua lo scudetto perso è colpa di Spalletti e Adl ci sguazza

La casa di Spalletti e il populismo da tribù di De Laurentiis
Gc Napoli 22/11/2011 - Champions League / Napoli-Manchester City / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

È facile dire che per noi Luciano Spalletti può vivere anche all’aeroporto di Capodichino, e dar così vita a “The Terminal” napoletano. Attenzione, però, questa cazzata che non ha perso casa e quindi vuole mantenere una certa distanza con la città l’abbiamo letta sui social già da qualche mese. In fin dei conti De Laurentiis si appoggia al populismo da tribù che ahinoi spesso contraddistingue la tifoseria. In una città realmente desiderosa di parlare di calcio e di progettualità ai fini della vittoria si parlerebbe solo delle occasioni perse Ancelotti e Ibrahimovic, su quello si inchioderebbe De Laurentiis ma qui sono argomenti tabù, guai a chi ne parla. Il tema è il confronto dei punti con l’inutile Napoli di Gattuso. E giustamente De Laurentiis ci sguazza nella stupidità diffusa, si fa fotografare col piccolo Ciro. È arduo dargli torto.

Detto questo, De Laurentiis una casa a Napoli non ce l’ha e ovviamente non ce ne frega niente ma è un fatto. Purtroppo ci sembra, e ci sembra che sia chiaro a tutti, che sia ripartito il trenino di lenta ma costante delegittimazione dell’allenatore. Anche qui, favorito da Napoli. Perché a Napoli è maggioritaria la corrente di quelli che “abbiamo perso lo scudetto per colpa di Spalletti”. Come se fossimo il Real Madrid. È sempre la povertà dell’ambiente a fornire gli assist migliori al presidente per il suo populismo da quattro spiccioli.

Il progressivo stritolamento di Spalletti, l’isolamento, il prosciugamento, chiamatelo come volete, è il remake del remake del remake del remake. Mazzarri, Benitez, Sarri, Ancelotti. Del resto De Laurentiis ha riproposto il cinepanettone in tutte le stagioni, finché da successo straordinario non è diventato film per pochi superstiti.

Cos’accadrà? Niente. De Laurentiis resterà De Laurentiis, il corpaccione dei tifosi continuerà a sognare l’arrivo di emiri modello Psg e Manchester City, convinti della centralità di Napoli nel mondo.

Non a caso è il ritornello di una celebre canzone di Pino Daniele “Qualcosa arriverà”:

e per sognare poi qualcosa arriverà.
Tanto nun passa nisciuno.

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