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«Il giornalismo è ossessionato dalla Lazio, noi zitti sui nostri torti arbitrali»

La Lazio risponde con una nota ufficiale a Mourinho e ai giornalisti che hanno evidenziato l’errore del Var sul gol di Acerbi durante la partita con lo Spezia

«Il giornalismo è ossessionato dalla Lazio, noi zitti sui nostri torti arbitrali»
Roma 10/09/2017 - campionato di calcio serie A / Lazio-Milan / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Claudio Lotito

Se l’allenatore della Roma, José Mourinho, non avesse denunciato l’errore commesso dal Var durante Spezia-Lazio, nessuno avrebbe contestato il quarto gol dei biancocelesti, realizzato da Acerbi in fuorigioco.

L’arbitro della gara era Pairetto, al Var c’erano Nasca e Valeriani. La Lazio ha vinto 4-3 con gol nel finale di Acerbi che era in evidente fuorigioco perché la regola dice che per non essere fuorigioco tra il giocatore e la porta devono esserci due avversari di cui di norma uno è il portiere. In questo caso, però, il portiere dello Spezia al momento del passaggio era più avanti di Acerbi e quindi c’era un solo giocatore tra il difensore della Lazio e la porta avversaria. Evidentemente gli addetti al Var non conoscono il regolamento e Mourinho, al termine di Bologna-Roma, ieri sera lo ha denunciato.

Oggi arriva la nota ufficiale della Lazio che definisce il comportamento di Mourinho e dei giornalisti che hanno rilevato il grossolano errore del Var offensivo verso la categoria arbitrale e accusa tutti di essere ossessionati dal pensiero della Lazio. Il club rivendica di non aver mai discusso alcuna decisione arbitrale e cita alcuni casi in cui gli arbitraggi sono stati contro la squadra di Sarri.

Il fatto che nel 2022 un allenatore di un’altra squadra, durante le sue conferenze stampa, faccia ripetutamente riferimento a presunti favori arbitrali a squadre concorrenti e che, allo stesso tempo, alcuni giornalisti sportivi nazionali, di dichiarata fede calcistica, si infervorino sullo stesso argomento, dimenticando il loro ruolo professionale e il dovere di imparzialità, dimostra alcune cose: che la Lazio è ossessivamente nei loro pensieri più di altri ambìti obiettivi professionali; che, come spesso accade, si guarda in casa degli altri per distogliere l’attenzione da risultati mancati e da clamorosi episodi avvenuti in casa propria, a proprio favore, sotto gli occhi di tutti; che nonostante la necessità di evolvere l’immagine del calcio in Italia, alcuni protagonisti sono fermi alla costante ripetizione delle accuse agli arbitri e al VAR; che su questi atteggiamenti offensivi verso la categoria degli arbitri e sulla mancanza di obiettività giornalistica troppo spesso si sorvola. La Società Sportiva Lazio respinge ai mittenti le critiche e le insinuazioni, continua a credere che i valori si dimostrino in campo e non nei salotti televisivi. La Lazio non si presterà mai ad essere l’alibi o il capro espiatorio di nessuno e farà valere nelle sedi opportune le proprie ragioni. La linea della Società continua ad essere quella di non discutere le decisioni prese sul campo, anche quando si tratta di episodi lampanti avvenuti a sfavore della squadra biancoceleste, quale il fallo di Tonali su Acerbi a Lazio-Milan in occasione del gol o la gomitata in area di Ibanez su Milinkovic nel derby di ritorno, solo per citarne due anche se ne abbiamo presenti molti altri, anche in Spezia-Lazio. Episodi decisivi sui quali abbiamo scelto il silenzio per rispetto degli arbitri in campo e del VAR, rispetto che altri non hanno dimostrato e continuano a non dimostrare.

 

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