«Il Comitato etico è una copertura della Federcalcio di Rubiales». Su El Mundo le mail dello scandalo
I carteggi interni dei membri dimissionari: "Conta solo che ci sia un Comitato, e che sia leale. Ma l'era degli schiavi è finita..."

“Non accetto di stare in un organismo solo per far passare il tempo, fare la figura del pavone e sperare di guadagnare qualcosa lavorando il meno possibile. Non accetto di stare in organismi che funzionano da copertura o da lifting. Il tempo dello sfruttamento degli schiavi e del mantenimento dei servi è finito da tempo”. Così scriveva Andreu Camps, il 16 gennaio 2020, uno dei membri della Commissione etica della Federcalcio spagnola in una mail inviata al segretario generale della RFEF.
L’organismo guidato da Rubiales è finito coinvolto in un polverone dopo la pubblicazione di alcuni audio e chat private che dimostravano i rapporti, le intermediazioni e le “collusioni” tra Rubiales e Piqué nella chiusura del contratto che avrebbe portato la Supercoppa spagnola in Arabia Saudita.
El Mundo ha letto e pubblica stralci di email interne tra i membri del Comitato etico a cui spesso Rubiales ha fatto riferimento per difendere la limpidezza del suo operato. Molti si sono dimessi prima che il bubbone scoppiasse. Perché il comitato veniva vissuto dai suoi stessi componenti come un paravento.
Lo scrive esplicitamente il capo del Dipartimento Internazionale della RFEF, Jorge Mowinckel, in una mail a Camps con in copia Rubiales, e ai suoi principali dirigenti in cui cerca di minimizzare l’accaduto: “La gente non ha idea se i membri di questo Comitato abbiano o meno prestigio, l’unica cosa che conta è che ci sia un Comitato. Ecco perché penso che la lealtà debba prevalere al 100% sul resto“. Per cui prima di scegliere chi mettere lì, “bisogna combinare prestigio professionale e lealtà”, spiegato in un’altra email un consulente legale della RFEF, Tomás González Cueto: “prima di proporre la posizione, devi parlare con loro per vedere se sono disposti a farlo come abbiamo capito che deve essere fatto”.
La Federcalcio spagnola ha dovuto affrontare un bel po’ di “casi”, a cominciare dal dirottamento di fondi effettuato dall’ex numero due dell’ente, Andreu Subies, costretto a dimettersi dopo aver stanziato almeno 1,1 milioni per costruire una casa e un ristorante per la sua donna nella cittadina catalana di Cambrils. Ma anche quello che vede protagonista il sostituto di Subies, Antonio Suárez Santana, accusato dalla Guardia Civil di trarre profitto dai fondi federativi, o Jacinto Alonso, presidente della Federazione della Rioja e capo della Commissione Formazione RFEF, che si è arricchito con le commissioni delle polizze assicurative federali.
Nelle mail dei dimissionari si leggono anche le accuse a Villoria, a cui Rubiales affidò la direzione della Commissione Etica, nelle quali si parla di “inettitudine”, di “mancanza di dedizione” e di “abbandono”.