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I culisti, quelli che hanno passato la notte a scrivere nelle chat: «Ancelotti vince perché ha culo»

Sono in mezzo a noi, con gli occhi gonfi. Sono i nostri cari, amici, colleghi: non c’è meritocrazia, solo alibi. “Dai, magari la perde la finale”. “No, ha troppo culo!”

I culisti, quelli che hanno passato la notte a scrivere nelle chat: «Ancelotti vince perché ha culo»

“Ciao, mi chiamo Salvatore. E sono un culista”

“Ciao, Salvatore”

Salvatore non può farsene una ragione, perché la ragione stessa sfiora i suoi schemi mentali ma non li incrocia mai. Attraversa la vita bendato, come la dea. Ha una base di ricovero nel taschino, a scanso di equivoci. Tanto nulla è davvero nelle sue mani, il destino è segnato. Salvatore ha guardato il Real Madrid eliminare il City, poi non è andato a dormire perché doveva copincollare la stessa sentenza sulle 132 chat che stanno discutendo i meriti e la carriera di Carlo Ancelotti: “Ha un culo assurdo!”. ctrl-c, ctrl-v. Ovunque. Sul gruppo del fantacalcio, quello del tennis, quelle delle mamme di scuola. Alle 4:15 del mattino, indeciso se mettersi a letto o no, ha lanciato la monetina. “Cazzo… testa”. Veglia continua, a preparare le rosicate per il risveglio altrui. I culisti sono stakanovisti, pure. Implacabili.

“Ha più culo che anima”, è la trasposizione disperata dello stesso concetto. Che non ammette merito, valore, trascorsi, fatica, sudore. Il pallone che si ferma sulla traversa, che scheggia il palo, emette un suono specifico che è l’onomatopea delle loro vite: pump. Netto, dirimente. In una concatenazione di imprevedibili attimi la vita del culista si dipana in infinite sliding doors, come la palla che supera o meno il nastro, nel tennis. Woody Allen ci ha fatto un film intero su questa cosa.

Non è scaramanzia. Non c’entra il cappotto di cammello di Bruno Pesaola, il suo disco di Peppino Gagliardi. Quello è folklore. Il “culo” è un modo di vivere. Un alibi delle proprie insicurezze, se non dei fallimenti. La giustificazione potabile dei successi altrui. Può essere frazionato, mitigato dalle simpatie. Può essere “puro”, se il fortunato di turno è un insopportabile nemico. In ogni caso il problema è sempre il famigerato “culo degli altri”. Mai il proprio. Lì agisce il suo converso: la sfiga. E’ la stessa dialettica binaria. Il coin flip di cui sopra.

Per cui Ancelotti ha culo, Guardiola è sfigato. Il culista però non è scemo. Allestisce un’impalcatura che sorregga quel preconcetto, fatta di finte ammissioni, concessioni: “sarà anche un grande gestore, Ancelotti. Ma…”. Il “ma” è l’innesco. Serve occhio per intercettare la susseguente bordata, mettersi al riparo in tempo non è da tutti. C’è gente – rip – rimasta imbrigliata in infinite discussioni, morta infine di inedia.

I culisti sono nostri amici, nostri cari, padri, cugini, colleghi. Sono gli stessi capaci di recitare a memoria le statistiche di expected goals della Fiorentina di Italiano, col cipiglio d’un ingegnere aerospaziale, mentre appallottolano il curriculum di uno che ha vinto i 5 campionati più importanti d’Europa, e ha raggiunto la finale di Champions 5 volte. I numeri da un lato valgono, dall’altro no. Una macedonia mefitica di aritmetica e magìa. Il culista è un dadaista.

La sua vittima viene misurata col metro d’un universo parallelo nel quale gli si rinfaccia tutto quello che NON ha fatto. Ancelotti NON ha vinto lo scudetto a Napoli, o la Premier con l’Everton. Ha vinto col Real, col Milan, col Chelsea, col Bayern, col Psg. “Eh, così sono bravi tutti. Ti piace vincere facile eh? bongi-bongi-bongibò”. E come mai c’è riuscito solo lui? Beh, è culo.

Il culo, per il culista, è anche ritrovarsi nella posizione di poterlo sfruttare. Hai culo ad allenare le migliori squadre, hai culo se con quelle squadre poi vinci tutto. Hai culo ad avere culo. Il culo è una potenza con esponente “n”.

Salvatore all’alba ha chiamato il suo sponsor Antonio, uno che pratica la meritocrazia da 10 anni ormai, è sobrio.

“Antonio… Carlo l’ha rifatto. Grealish aveva segnato, era finita… Non ce l’ho fatta. Ci sono ricascato”

“Stai calmo Salvatore, andiamoci a prendere un caffé. Vedrai che tutto si sistema”

“E’ in finale di Champions, Anto’. Nata vota!”

“Vabbè dai, magari la perde…”

“No, ha troppo culo!”

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