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È facile dire “allena il Real Madrid”. Ancelotti ha fatto tornare grande una squadra considerata arrivata

Gli incompetenti lo chiamano gestore. Ha trasformato Militao e Vinicius, con lui Rodrygo sta diventando un attaccante di razza. E ieri ha sostituito Modric e Benzema

È facile dire “allena il Real Madrid”. Ancelotti ha fatto tornare grande una squadra considerata arrivata
Madrid 30/04/2022 - campionato di calcio Liga / Real Madrid-Espanyol / foto Imago/Image Sport nella foto: Carlo Ancelotti

La domanda gliela fa Seedorf uno con cui Ancelotti qualche discussione l’ha avuta. Ogni volta che Carlo lo sostituiva, l’indomani Clarence si presentava in ufficio a chiedere spiegazioni. Quindi nella sua testa oggi Modric farà lo stesso. E così nel post-partita chiede ad Ancelotti:

«Modric lo ha sostituito perché stava male?». No, gli risponde Carlo. No. «Modric non stava male, ho preferito mettere giocatori freschi. Modric Casemiro e Kroos hanno fatto una grande partita, occorrevano energie, l’abbiamo avuta soprattutto con Camavinga con Rodrygo, Asensio. Lo avevo detto ieri, non è tanto importante chi inizia la partita quanto chi la finisce. Vallejo aveva giocato dieci minuti fin qui e in cinque minuti le ha prese tutte lui di testa».

Nella vita, si sa, più sei ignorante e incompetente e più ti riempi la bocca. Come quelli che definiscono Ancelotti gestore. Andrebbero bannati dalla vita. Il “gestore” ieri sera contro il City sullo 0-0 ha tolto Kroos per Rodrygo, sull’1-0 per la squadra di Guardiola ha tolto Modric e Casemiro per Camavinga e Asensio e al termine del primo tempo supplementare toglie Benzema per Ceballos. Togliere quattro mostri sacri, soprattutto Modric e Benzema, col rischio che se le cose fossero andate male, sarebbe stato certamente messo sotto processo.

Ma non è solo questo. Il Real Madrid è una grande squadra, è il club più prestigioso del mondo. Ma la rosa che ha preso Ancelotti la scorsa estate era considerata una rosa sul viale del tramonto. Florentino Perez non pensava che Ancelotti sarebbe stato disponibile a tornare. Quando lo ha saputo, un minuto dopo lo ha chiamato. Nessuno gli ha chiesto nulla a inizio stagione. Anche se, ovviamente, al Madrid bisogna sempre vincere.

Il Real la scorsa stagione ha chiuso senza titoli: zeru tituli direbbe Mourinho. E due soli acquisti: Alaba (che stasera era infortunato) e Camavinga che ha 20 anni ed è partito dalla panchina. È la stessa squadra dello scorso anno che Ancelotti ha condotto a vincere la Liga, la Supercoppa di Spagna e in finale di Champions League dopo aver eliminato Psg, Chelsea e Manchester City.

Quando si dice un allenatore. Non c’è calciatore della rosa che non sia stato rivalutato dal lavoro del tecnico che non ha un suo calcio, non crede di essere depositario della verità. Ma ne sa, eccome se ne sa. Lui e il suo staff, la sua equipe di lavoro, trentenni che hanno girato il mondo, che vivono sempre con la valigia, che conoscono più lingue e vivono di calcio. Sono la finestra di Ancelotti sul calcio contemporaneo. C’è un’osmosi continua tra di loro, Carlo li sfotticchia ma li ascolta con tanta attenzione, sa che studiano il calcio come pochi. E modella le loro informazioni, le mette al suo servizio delle sue idee.

Ma torniamo al Madrid.

Courtois era considerato in declino. Quest’anno è stato fondamentale e anche stasera è stato decisivo.

Militao era fondamentale giudicato un sopravvalutato, un difensore di cui non poter fidarsi. Con Ancelotti è stato a lungo una delle colonne di questo Madrid, giocatore fondamentale che nell’ultimo periodo è un po’ calato perché sarebbe stato impossibile disputare una intera stagione a quei livelli. Ma oggi a Madrid nessuno lo mette più in discussione. Anche se l’acquisto di Rüdiger è stato ovviamente ben accolto.

Alaba non è in discussione eppure stasera era in panchina. Titolare ha giocato Nacho che gioca poco e stasera è stato tra i migliori. Ancelotti ha contribuito a creare un clima meraviglioso che consente a ciascuno di dare il massimo quando viene chiamato in causa.

Modric Kroos e Casemiro erano l’immagine del declino.  Per tutta la stagione la stampa madrilena ha messo in croce Ancelotti perché li faceva giocare sempre e non favoriva il ricambio generazionale. Contro il Chelsea fu Modric a invertire il corso della sfida e poi stasera, quando è stato il caso di cambiare, li ha messi in panchina tutti e tre.

Vinicius. Oggi è considerato un punto fermo. Ma oggi è troppo facile. Lo scorso anno aveva segnato 3 gol in Liga e 3 in Champions. Quest’anno è a 18 stagionali, di cui 14 in Liga. È stato fondamentale per la conquista del campionato ed è stato decisivo nelle vittorie contro Psg e Chelsea. È diventato un attaccante formidabile, uno dei più forti al mondo e non ha ancora compiuto 22 anni.

Rodrygo è, in ordine di tempo, l’ultimo prodigio di Ancelotti. Il calciatore brasiliano non è estroverso come Vinicius, ma col tempo ha vinto la timidezza e nell’ultimo mese è stato fondamentale. Fu lui a mettere in porta contro il Chelsea quell’assist delizioso di Modric, è stato decisivo nella vittoria in rimonta a Siviglia, fino a questa sera quando con due gol in due minuti ha mandato all’inferno il Manchester City di Guardiola. Un semi-oggetto misterioso o comunque un calciatore in attesa di esplodere, che improvvisamente è diventato un punto di forza.

È arduo attribuire ad Ancelotti i meriti per Benzema. Però ci limitiamo ad osservare che non aveva mai segnato tanto nella sua carriera al Madrid.

E poi c’è Asensio, c’è il recupero di Ceballos, c’è la cura e la pazienza nel dosare Valverde e Camavinga. C’è la maestria nel saper trasformare Carvajal in un calciatore pronto a qualsiasi sacrificio tattico.

Questo è Carlo Ancelotti il presunto gestore. L’uomo che ha mandato Pep Guardiola che aveva una squadra decisamente più forte.

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