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Davide Ancelotti: «Napoli è il posto dove mi hanno fatto pesare di più la parentela»

Al Corsera: «È l’unica italiana dove ho lavorato, in Italia la parentela fa più rumore. Ci dispiace che sia finita così. Il mio compito è far venire sempre dubbi a papà, non siamo yes man»

Davide Ancelotti: «Napoli è il posto dove mi hanno fatto pesare di più la parentela»

Domani a Parigi si giocherà la finale di Champions tra Liverpool e Real Madrid. Il Corsera intervista Davide Ancelotti che parla anche di Napoli.

«Lavoro da 10 anni con mio padre e il tema del nepotismo salta fuori quando si perde».

Qual è la squadra che glielo ha fatto pesare di più?

«L’unica italiana dove ho lavorato: il Napoli. Ma credo sia legato al fatto che in Italia la parentela fa più rumore».

A Napoli sono nati i suoi gemelli, Leo e Lucas.

«E questo mi farà ricordare ancora di più il bello dell’esperienza. A Napoli sono stato benissimo, vivevamo nella Riviera di Chiaia. Il primo anno abbiamo fatto bene, siamo arrivati secondi, ma la Juve aveva comprato Cristiano Ronaldo. Il difficile è stato quando le cose hanno cominciato ad andar male e non siamo riusciti a raddrizzarle. Mi spiace sia finita così».

Il suo compito.

«Ho il compito, con lo staff, di sfidarlo continuamente, metterlo in discussione, perché abbia sempre dei dubbi. Non siamo yes man. Poi in allenamento gli do una grande mano con l’organizzazione. Oggi si cerca di individualizzare il più possibile il lavoro: c’è l’aspetto fisico, psicologico, tattico, il gioco degli avversari. Una persona sola non può controllare tutto».

L’immagine di gestore del padre.

«È l’immagine che si ha di lui: l’esperto di uomini, cui tutti vogliono bene. Ma è stato un innovatore!, il primo a giocare con il famoso albero di Natale. La sua caratteristica è sapersi adattare e questo presuppone grande conoscenza: il calcio si può vincere in tante maniere, ma devi saperlo insegnare in modi diversi».

E quando comincerà la sua carriera da solo?

«Quando mio padre smetterà. Ha detto che dopo il Real Madrid potrebbe finire. Abbiamo un contratto di altri due anni. Dipenderà molto da quanto durerà questa avventura: per ora ce la godiamo».

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