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Bertolucci: «Sinner? Buonissimo, però Alcaraz è più completo. Di numeri uno ce n’è uno solo»

Intervista al Giornale: «Il divorzio da Piatti? Il problema è quando il coach deve inserirsi in un gruppo, ci sono il manager, la fidanzata»

Bertolucci: «Sinner? Buonissimo, però Alcaraz è più completo. Di numeri uno ce n’è uno solo»
Roma 12/05/2022 - Internazionali BNL d'Italia / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY

Il Giornale intervista Paolo Bertolucci. Da stasera su Sky il documentario a puntate “La squadra” sulla Coppa Davis del 1976.

Com’è il tennis oggi?

«I giocatori si divertono di meno, è evidente. Vanno in giro col team, lo spogliatoio è come andare in chiesa: noi ci entravamo come ragazzini a scuola. E poi ora c’è il player box…».

Quello con la claque.

«Quello. D’altronde son pagati, e bene. E se non mi inciti a ogni punto, ti caccio a pedate. Vorrei anche vedere che non glielo facciano l’applauso…»

E Sinner?

«Buonissimo! Però Alcaraz è più completo. Jannik è fenomenale di testa e di fisico, ma non ha la stessa potenza, forse anche la pesantezza di palla. E il gioco di volo e la smorzata…».

L’addio a Piatti?

«Io sinceramente pensavo lo lasciasse tra un paio d’anni, era un percorso naturale. Il problema è quando il coach si deve inserire in un gruppo».

Ovvero?

«Ovvero il manager ti vuole per uno shooting fotografico pagato, l’allenatore a tirare palline: che fai? Poi magari c’è pure la fidanzata a cui il coach sta sulle palle. E arrivano i dubbi».

E quindi?

«Piatti aveva in testa il suo percorso, mi auguro che Jannik abbia fatto la scelta giusta. Ha bisogno di tempo, la rete non è il suo habitat mentre per Alcaraz lo è. Ma d’altronde di numeri uno ce n’è uno solo».

E se Sinner non lo diventa?

«Eh, fuciliamolo. Alla gente che critica, vorrei ricordare che abbiamo avuto due tennisti nei primi 10. Ma quando mai?».

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