Marotta: «È vero che gli allenatori allenano più se stessi che i giovani. A livello giovanile è vergognoso»

«È cultura della sconfitta. Raiola il migliore. Non vale l’equazione per cui più si spende e più si vince. Inzaghi diventerà come Ancelotti, Conte e Allegri»

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Db Milano 16/02/2022 - Champions League / Inter-Liverpool / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giuseppe Marotta

Oltre ad Agnelli interviene anche Beppe Marotta all’evento organizzato dal Foglio Sportivo a San Siro. Di seguito un estratto con le sue dichiarazioni.

«Bologna-Inter? Da uomo di sport sorrido ma è un sorriso amaro. Siamo incazzati ma non depressi. Abbiamo perso una battaglia, non ancora la guerra. Dobbiamo vedere cosa succede, mancano quattro partite e il calcio non è scontato come negli anni ’70 o ’80, quando c’erano squadre che non avevano niente da dire. Oggi invece vediamo un Crotone che vince contro la Cremonese nonostante fosse già retrocesso»

Ad un anno dal naufragio del progetto Superlega, in che condizione sono i club?

«Chiaramente, in grande difficoltà. Il momento storico era complicato già prima della pandemia. È ancora peggio oggi, visto che la pandemia ha generato una contrazione finanziaria. Il massimo sarebbe spendere poco e ricevere tanto, invece la competitività è stata sacrificata per la sostenibilità. I costi dei club sono insostenibili rispetto ai ricavi. In Premier prospera tutto, nel resto d’Europa ci sono grandi difficoltà. Per fortuna non sempre chi spende di più vince»

L’Inter di quest’anno e l’Inter dell’anno scorso.

«Non vale l’equazione per cui più si spende e più si vince. L’addio di Conte e di due giocatori, al di là di Eriksen che ha subito una decisione indipendente da lui, ha dato una scossa. Avevamo comunque alle spalle una proprietà forte e abbiamo potuto garantire sostenibilità. Abbiamo costruito una squadra competitiva con una mentalità vincente. Abbiamo scelto un tecnico emergente come Simone Inzaghi che ha risposto alle nostre esigenze. Noi siamo qui adesso a dire che abbiamo vinto una Supercoppa e che ci aspetta una finale di Coppa Italia. Speriamo ci siano le ciliegine alla fine ma siamo molto contenti. E questo lo dobbiamo alla cultura del lavoro e alla solidità delle nostre strutture. Se Inzaghi resta? Assolutamente sì. Siamo molto contenti e ha forti margini di crescita, quando avrà l’età di Ancelotti, Conte e Allegri credo che potrà essere tra i migliori in circolazione »

Marotta portò Recoba al Venezia.

«Quello si chiama colpo di fortuna, è stato uno dei pochi casi della mia carriera nei quali il singolo ha contribuito al risultato finale in modo straordinario, anche a discapito della squadra. Recoba vinceva le partite da solo, è stata una pagina piacevole della mia carriera. Se è la scelta migliore? Non lo so. Non immaginavo di arrivare quarto con la Sampdoria, non immaginavo di arrivare alla Juve e vincere sette scudetti e poi di arrivare all’Inter e diventare campione d’Italia. Importante è anche sapere usare l’esperienza e a me è servita tantissimo per capire gli errori e come impostare i rimedi»

Su Mino Raiola.

«Con Mino ho un rapporto di amicizia basato anche sugli scontri che ho avuto con lui. È sempre stato molto furbo, ma corretto; dice sempre le cose in faccia, fa valere le sue rivendicazioni in maniera chiara. La trattativa per Paul Pogba è un esempio, è stato molto bravo a far valere le sue ragioni; posso considerarlo il migliore in circolazione. Spero stia bene»

Il Ministero dello Sport.

«In Italia penso che un problema grosso sia la mancanza di un ministero dello Sport che aiuti anche le altre discipline, perché la crisi è in ogni disciplina. Non si trovano ragazzini che si iscrivono a questi sport, avere un Ministero vuol dire capire che nella scuola lo sport è un elemento fondamentale. Gli oratori e le società dilettantistiche sono scomparsi o sopravvivono a fatica. Oggi lo sport è in mano alle società sportive, non ci sono le strutture. La seconda cosa è la mancanza di formazione: mancano i maestri di una volta, non c’è più il concetto di formazione. Sta alla politica capire che lo sport è un patrimonio del nostro Paese.»

Gli allenatori allenano più se stessi che i giovani.

«Sì, e a livello giovanile è vergognoso. Qui emerge la cultura della sconfitta. Non si può misurare un tecnico dai risultati che ottiene nelle giovanili. Questo è assurdo, bisogna lavorare per far capire che l’attività giovanile deve formare ragazzi che devono diventare uomini»

Qual è l’allenatore più divertente col quale Marotta ha avuto a che fare.

«Per me un grande tecnico, che poteva fare una carriera migliore, era Eugenio Fascetti»

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