“La Champions ormai è un tapis roulant che corre sempre tra le stesse città. E anche in Europa League contano solo i soldi delle grandi leghe”

Vuoi vedere che la competizione più divertente e interessante del calcio europeo è la Conference League? Se lo chiede – e in parte si risponde – il New York Times. Quella coppa che “sembrava offrire una pallida imitazione del calcio europeo: tutte le partite ma nessuna storia, significato, glamour o fascino”. Accolta tiepidamente. “Le principali leghe europee la vedevano come un altro onere, le organizzazioni dei giocatori temevano che avrebbe aumentato il rischio di burnout e i tifosi si lamentavano dell’ennesima spesa da aggiungere al monte trasferte”.
E invece eccoci qua, davanti ad uno spettacolo “inclusivo” che permette di non vedere sempre le solite note sfidarsi l’una contro l’altra in una quasi-Superlega. “Dal 2013, solo tre squadre al di fuori dei principali mercati televisivi europei – Inghilterra, Spagna, Italia, Francia e Germania – si sono qualificate per i quarti di finale di Champions League: due squadre portoghesi, il Benfica e il Porto e, nel 2019 l’Ajax”.
Anche l’Europa League per Rory Smith “negli ultimi anni è stata sempre più vulnerabile all’enorme vantaggio finanziario di cui godono le squadre dei grandi campionati dell’Europa occidentale. Dal 2018, solo una squadra al di fuori dei Big Five, gli ucraini dello Shakhtar Donetsk, si è qualificata per le semifinali”.
“In un’epoca in cui i dirigenti delle squadre più potenti e dei campionati più ricchi promuovono compulsivamente l’idea che la chiave per la crescita del calcio europeo risieda nel garantire il maggior numero possibile di incontri tra i superclub del continente, la Conference League offre un paradigma diverso“.
Si tratta, per molti versi, di “una sorta di ritorno al calcio europeo come lo era in quella che potrebbe essere considerata l’era premoderna di questo sport”, continua il Nyt. “Laddove la Champions League sembra un tapis roulant che corre tra una manciata di città, anno dopo anno, la sua sorella più giovane ha un’aria avventurosa”.
Smith richiama anche il caso Roma-Bodo/Glimt. Tutto il clamore suscitato tre la gara del girone e le baruffe delle due a eliminazione, ha alzato il livello spettacolo. I club ci investono fatica ed energie. Ormai nessuno ricorda “che è nata solo una anno fa. Nessuno vede le partite come sfilate senza senso. Nessuno si lamenta della mancanza di storia o di glamour, non più”.