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Finalmente Spalletti. È tornato il toscano dalla lingua tagliente (quanto ci era mancato)

Addio buonista. Risponde per le rime a Mertens, se la prende con i contestatori, ne ha anche per Adl sul ritiro e rivendica l’eccellente lavoro svolto

Finalmente Spalletti. È tornato il toscano dalla lingua tagliente (quanto ci era mancato)
Mg Bergamo 03/04/2022 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Finalmente Spalletti. Vivement Spalletti, direbbero in Francia. Finalmente a fine partita abbiamo ritrovato il Luciano Spalletti mediatico che avevamo immaginato di trovare sin dal suo arrivo a Napoli. Giustamente, il tecnico di Certaldo si è autoimposto una batteria inesauribile di pizzichi sulla pancia e ha sempre tenuto a freno la sua naturale predisposizione alla polemica, ha tenuto a freno il suo essere fumantino. Lo ha fatto per il bene del club. Lo ha fatto per dare solidità al progetto Napoli. E infatti a nostro avviso il Napoli ha disputato una stagione straordinaria. È fondamentalmente merito di Spalletti aver portato il Napoli a giocare abbondantemente al di sopra delle proprie possibilità e addirittura a poter ipotizzare di vincere lo scudetto. Ora sono tutti bravi, anche Mertens, a dire che le altre non erano più forti di noi. Questo Napoli lo scorso anno, senza Coppa d’Africa, è arrivato quinto.

Ma torniamo a Spalletti. Dopo mesi e mesi di low profile, oggi finalmente nel post-partita abbiamo ammirato il Luciano Spalletti che ci piace. Che libera il toscanaccio in lui. Oltre a un uomo maturo, esperto, che sa tanto di calcio.

Spalletti ha detto che no non è possibile giocare quasi in un clima di contestazione la partita che di fatto al Napoli il raggiungimento della Champions ossia dell’obiettivo stagionale. Ha ragione da vendere. Finalmente Spalletti abbandona quell’ossequio insopportabile nei confronti della piazza napoletana. La memoria è importante. E contestare questa squadra è semplicemente assurdo. E Spalletti lo ha detto. A Dazn e in conferenza. Così come ha detto che è assurdo parlare di ritiro con una squadra terza in classifica. In netto contrasto con De Laurentiis che ieri, seppure alla sua maniera, ha detto che i tifosi hanno sempre ragione. Luciano da Certaldo oggi ha detto cose decisamente diverse.

Non si è fermato qui. Ha giustamente (vivaddio) risposto a Dries Mertens che improvvisamente ha scoperto che le altre squadre davanti (Inter e Milan) non sono più forti di noi. «Il campo ha detto che sono più forti – ha replicato Spalletti che in quanto a arte della retorica non è per nulla inferiore all’astuto Dries -. Altrimenti dica chi secondo lui è stato insufficiente, di chi è la responsabilità». Musica per le nostre orecchie.

Luciano Spalletti è uscito dall’angolo mediatico. Finalmente ha smesso i panni del buonista che vuole tenere tutto assieme. Poiché l’uomo è intelligente, molto intelligente, sa bene che “chi pecora si fa, il lupo se lo mangia”. Ha visto un po’ di movimenti strani in settimana. Ha capito che stavano apparecchiando la tavola per il capro espiatorio. E oggi ha rotto gli indugi. Ha fatto benissimo a rivendicare l’eccellente lavoro svolto. È facile dire adesso che abbiamo buttato l’occasione scudetto. Provateci voi a portare questa squadra, questo gruppo a lottare per il titolo fino a cinque giornate dal termine. «Festeggeremo molto questo traguardo». Ed è giusto. Perché questo era il traguardo, la Champions. Che non raggiungevamo dal primo anno di Ancelotti. Lo ha fatto non solo valorizzando calciatori che credevamo non fossero tali, anche gestendo in maniera impeccabile la grana Insigne una vera e propria bomba a orologeria che non è mai scoppiata.

Salutiamo il ritorno del toscanaccio. Abbiamo aspettato fin troppo. Ora, per cortesia, resti sempre così. Non arretri mai, nemmeno di un millimetro.

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