In conferenza: «Ha tiro, gioco, fa lavoro difensivo, non regala palloni. Io ct Nazionale? Non voglio lavorare solo tre giorni all’anno».
L’allenatore del Real Madrid, Carlo Ancelotti, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del ritorno dei quarti di finale di Champions League contro il Chelsea, in programma al Bernabéu. All’andata la squadra di Ancelotti ha vinto per 3-1.
«E’ normale che tutti sappiano che sarà una partita difficile. Tutti, la squadra e i tifosi. Sono i quarti di finale di Champions, sono sempre difficili, nonostante quello che è successo all’andata. Dobbiamo giocare una partita completa, saper soffrire, lottare, competere, essere in partita per 90 minuti, dobbiamo pensare a organizzare la stessa partita di Londra, tenendo presente che ci aspettiamo un avversario che faccia del suo meglio per vincere la cravatta. Vedremo la formazione, penso che ci piacerebbe fare la stessa partita, ma dobbiamo pensare che forse il Chelsea cambierà la loro perché non ha funzionato. Dobbiamo essere pronti a tutto, è quello che stiamo pensando. Faremo meglio a giocare in un modo diverso».
Sullo spogliatoio:
«La fortuna che ho è che questa squadra conosce bene queste partite, cosa può succedere, l’atmosfera è quella di una squadra felice, è un’opportunità per raggiungere una semifinale di Champions League, il Chelsea è un rivale fortissimo, abbiamo avere molto rispetto, e lo avremo».
Cosa manca per dire che il Real può vincere la Champions League?
«Non ci manca niente, nessuno può dirlo perché la Champions è una competizione molto complicata, arrivare in finale è molto difficile. Gareggiare si può, non tutti possono. L’ho detto ad inizio stagione, perché conosco bene la squadra: la qualità che ci serve è qui, non è solo fisica o tattica, è la personalità che hanno. Questa squadra può competere».
Su Benzema:
«Benzema è un centravanti moderno, in passato i nove entravano in area e finivano qualunque cosa stesse succedendo lì. Karim è ciò che il calcio moderno richiede in un attaccante, tiro, gioco, lavoro difensivo, non regalare palloni… È la perfetta rappresentazione di ciò che dovrebbe essere un centravanti oggi».
Tuchel dice che è difficile rientrare in gioco.
«Non lo so, ognuno ha la sua opinione, il Chelsea è qui per lottare e per passare. Sanno bene che è difficile, ma ci proveranno, questo è lo spirito del calcio, dei grandi club».
Sarà possibile vederla alla guida di una Nazionale?
«Ci ho pensato a volte, ho avuto l’opportunità nel 2018 con l’Italia, ma devo essere onesto, mi piace la vita di tutti i giorni, non solo le partite. Ho avuto un allenatore che ha detto che il lavoro dell’allenatore è il più bello se non c’erano partite, non è così, le partite ti danno occasioni come questo martedì, anche se soffri anche tu, ma il giorno per giorno è il mio genere, finché non cambio quel chip non allenerò una squadra. L’esperienza in Italia ai Mondiali del 94 è stata spettacolare, ma non voglio lavorare solo tre giorni all’anno, quando quella voglia svanisce, mi fermo».
Il Real Madrid è il suo più grande successo.
«Penso che con l’Everton sia stato molto bello, abbiamo lavorato molto bene, il rapporto con il club era molto buono, ma poi il Real ha chiamato e posso capire che qualcuno era arrabbiato, ma non potevo dire di no. Era l’unico club che non ho potuto dire di no, per il resto potevo restare all’Everton. Ma non il Madrid».
Si è guadagnato il diritto di restare il prossimo anno
«Lo spero, ma non ci penso, il mio contratto è lungo, se la società è felice sono ancora felice; se la società non lo è, sono grato per questa volta qui. Sono fiducioso che la fine della stagione andrà bene e posso continuare ad essere felice».
Sulla dipendenza da Benzema
«La stagione dice che ci sono due attaccanti che si sono distinti molto, Vinicius e Benzema. In passato abbiamo avuto Cristiano, Bale… Dire che dipendiamo da Benzema è la verità, non c’è bisogno di nasconderlo. Sono molto felice di dipendere da Benzema».