ilNapolista

Com’è che tutti gli allenatori finiscono stregati da Insigne? È la maga Circe del calcio

Il calciatore osannato dalla critica (tranne oggi) è sempre titolare, come se fosse Baggio. Mancini si è affidato a lui. Speriamo che Spalletti spezzi l’incantesimo

Com’è che tutti gli allenatori finiscono stregati da Insigne? È la maga Circe del calcio
Mg Milano 06/10/2021 - Uefa Nations League / Italia-Spagna / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Lorenzo Insigne

Anche Mancini è rimasto vittima del canto melodioso della maga Circe del nostro calcio (ha avuto la 10 che fu di Baggio), in particolar modo del nostro Napoli: Lorenzo Insigne. Ed è accaduto nella serata che ha certificato, oltre all’uscita dal Mondiale, il completo stato di confusione del nostro commissario tecnico. Perché se arrivi a giocarti inserendo Joao Pedro, un calciatore di seconda fascia del nostro campionato (figuriamoci quindi), e magari fai anche scaldare Politano, è giusto che tu vada a casa contro la Nord Macedonia.

E nello stato confusionale di Mancini un ruolo di prim’ordine lo ha avuto Lorenzo Insigne. Un calciatore bravo per carità, con numeri tecnici importanti come ad esempio lo stop, ma che soprattutto deve essere dotato di un magnetismo straordinario. A Napoli ci hanno ammorbato per una stagione e più loro e il rinnovo di Insigne, come se il Napoli perdesse un calciatore straordinario, in grado di fare la differenza, che nel corso di questi anni avesse condotto la squadra al raggiungimento di chissà quali successi. Per fortuna, ci ha pensato egli stesso – col suo procuratore – ad accettare l’offerta del Toronto, altrimenti saremmo stati costretti a sorbircelo chissà per quanti anni ancora. Perché – ahinoi – De Laurentiis una proposta gliela fece. Al contrario della Juventus che a Dybala manca la paghetta settimanale ha offerto.

Ma torniamo a Insigne. La domanda è: com’è possibile che questo calciatore riesca a stregare i suoi allenatori? Che cosa scatta nella mente di un tecnico comunque bravo come Mancini nel decidere di giocarsi la partita decisiva con un giocatore che è evidentemente non è in condizione? Davvero Insigne è considerato un calciatore di cambiare la partita con le sue invenzioni?  Evidentemente sì. Anche la critica lo elogia ripetutamente, come se il campo non parlasse inequivocabilmente ogni settimana.

Per Insigne vale un po’ lo stesso discorso fatto per Joao Pedro. Se ritieni Lorenzo un calciatore imprescindibile, è giusto non andare al Mondiale.

Ahinoi dobbiamo ammettere che anche Spalletti è vittima dell’incantesimo. Non sappiamo se per i famosi equilibri di spogliatoio (ma si tratta di un calciatore che tra otto partite non sarà più del Napoli) oppure proprio perché lascia immaginare chissà cosa, che da un momento all’altro possa accendersi (come a Roma contro la Lazio). Una sorta di quadro di lontananza. Fatto sta che Insigne, a dispetto di ripetute prestazioni mediocri, è sempre in campo, sempre titolare. Come se fosse Baggio. Come ieri sera contro la Macedonia. Speriamo che la partita abbia fornito spunti al tecnico di Certaldo. O anche lui sarà da aggiungere alla lunga lista di tecnici che calcisticamente si sono impiccati al futuro giocatore del Toronto.

ilnapolista © riproduzione riservata