Il romanzo storico del napoletano Adriano Tango. Valerio Massimo Manfredi ha trovato un valido antagonista nell’arte di narrare mondi antichi
Forse Valerio Massimo Manfredi ha trovato un valido antagonista nella sua arte di narratore di mondi antichi: stiamo parlando di Adriano Tango uno scrittore napoletano – ex primario ortopedico a Crema, città dove oggi vive – che con il suo ultimo “Simias (pagg. 262, euro 14)” – edito dalla viareggina Edizioni Creativa che in realtà nasconde anch’essa un’anima partenopea, quella della direttrice editoriale Fabiola D’Agostino -, sorprende per scorrevolezza di lingua e precisione di dettagli storici.
Partendo dal suo recente testo “Sibari scavo 3” Tango – su pressione dei lettori – ha voluto porre come nuovo protagonista dell’epopea il comandante delle guardie regie di Sibari, Simias – originario di Rodi –, e dopo che la colonia achea è stata rasa al suolo costruisce la sua figura come un Odisseo al contrario che dalle fertili terre ioniche calabre attraversa tutto il territorio delle colonie italiche per seguire – fino alle terre sempre calde – un messaggio della sua donna Leda, inciso su una tavoletta “mi ritroverai dove hai scoperto splender la fiamma della luce vera”. Ed ecco che il rude Simias, credente negli antichi Dei dell’Olimpo, compie il suo viaggio antropologico-religioso verso un monoteismo spirituale che potrebbe portarlo a riabbracciare la sua donna. E quindi il viaggio-tregua che da Metaponto – tramite Taranto – lo porta a Corinto e poi sempre più verso l’Oriente da cui promana la vera Luce umana e spirituale irradiata dalla sua donna originario di quelle terre. Nel mentre Simias percorre, oltre a territori politicamente vari ed eterogenei, anche antichi e nuovi riti misterici che coinvolgono divinità come Cibele, Demetra, Dioniso etc… e popoli che si uniscono – in forza del nuovo sogno che si chiama Democrazia.
Il limite di molti testi come questo è che la materia erudita trasbordi ed appesantisca la narrazione o che a contrario quest’ultima risulti troppo asfittica di riferimenti storici probanti. In “Simias” si rivela invece il giusto mix tra lo spiegone ed i dialoghi ed il lettore mantiene il suo interesse nel continuare la lettura per conoscere i destini di Simias e Leda.
Vincenzo Aiello ilnapolista © riproduzione riservata