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Serata imbarazzante, il Barcellona si allena. Il Napoli fa due tiri in porta, uno su rigore

Per fortuna finisce solo 4-2. Loro nettamente più forti ma il Napoli non sapeva cosa fare. Il Barça lancia lungo, il Napoli prova a suicidarsi costruendo da dietro

Serata imbarazzante, il Barcellona si allena. Il Napoli fa due tiri in porta, uno su rigore
Db Napoli 24/02/2022 - Europa League / Napoli-Barcellona / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: esultanza gol Gerard Pique'

La partita, di fatto non c’è stata. Napoli-Barcellona è stato qualcosa a metà tra un’amichevole estiva e un allenamento infrasettimanale. La squadra di Xavi è certamente più forte ma il Napoli una resistenza più consistente probabilmente avrebbe potuto imbastirla. Non è chiaro quale fosse l’idea di gioco di Spalletti. Il risultato è stata una non partita. Sono bastati dieci minuti per capire che non ci sarebbe mai stata partita. È finita 4-2 per loro e ci è andata decisamente bene.

Il primo tempo, come tutto il resto peraltro, è stato imbarazzante per il divario in campo. Da un lato, una squadra di scolaretti tremebondi che non sapeva bene che cosa fare; dall’altra una squadra di calcio non irresistibile (quantomeno non ha dovuto nemmeno dimostrarlo), che ha potuto essere sprecona, ma una squadra di calcio. E quando una squadra di calcio incontra una squadra di scolaretti, la squadra di scolaretti è una squadra morta.

Il primo tempo si è chiuso 3-1 per il Barcellona e sarebbe potuto finire 6-1. Il Napoli ha fatto un solo tiro nello specchio della porta, su rigore. E resterà l’unico tiro in porta della partita fino al 2-4 di Politano all’87esimo. Il resto è stato un continuo suicidio da dietro. Ci perdoni Spalletti ma dobbiamo dire una cosa molto offensiva: è sembrato il Napoli di Gattuso. Ideologico senza motivo. E messo male in campo. Vale la pena dire che Ter Stegen ha lanciato spesso lungo. Xavi non è un pirla, per esprimerci alla Mourinho. A centrocampo Demme e Fabian non l’hanno beccata mai, Busquets ha giganteggiato senza dannarsi più di tanto. De Jong si è divertito. Aubameyang è stato libero di divorarsi i suoi tre quattro gol a partita, alla fine è riuscito a segnare persino lui.

In apertura il Napoli ha beccato gol in contropiede su calcio d’angolo all’ottavo minuto. Insigne non si è inteso non si sa con chi, ha trasforma un corner in un assist e il Barcellona se n’è andato in contropiede, fottendosene dell’ideologia, e Jordi Alba ha concluso sul primo palo come fece Higuain con la maglia della Juventus nella sera di “es tu culpa”. Il Napoli è parsa una squadra di passaggio, in campo per caso. De Jong ha giocato al tiro al bersaglio. Due a zero. Mentre Traoré a destra continuava ad andare a motore.

L’unico sussulto azzurro c’è stato al 22esimo. Insigne si è svegliato e ha lanciato Osimhen, bel pallone. Ter Stegen ha atterrato il nigeriano in area. Rigore. Gol di Insigne. Due a uno. Il Napoli non ha dato seguito, il campo è sempre stato del Barcellona che forse non ha affondato per rispetto di Diego.

Il Napoli invece ha rubato l’occhio con uno spettacolo di dubbio gusto: la serie infinita di costruzioni da dietro che avrebbero reso Gandhi un pericoloso terrorista. Il 3-1 di Piqué, in mischia in area, è stato più che meritato. Non si poteva andare all’intervallo con meno di due gol di scarto, il dio del calcio si sarebbe offeso. E, ripetiamo, il Barcellona non ha mostrato nulla di che. Non ne ha avuto bisogno.

Nella ripresa, è entrato Politano. Elmas è arretrato in mediana. a tre minuti dalla fine Politano ha segnato il gol del 2-4. Ma non c’è mai stata partita. Una grossa delusione, soprattutto per chi si sarebbe aspettato gli occhi della tigre. Sarebbe stato bello giocare per rinfacciare a Xavi i suoi insulti al calcio («Maradona sarebbe stato il più forte di tutti se non fosse arrivato Messi»). E invece ci siamo ritrovati col Napoli ideologizzato e il Barcellona che non si è vergognato dei lanci lunghi del portiere. Brutta brutta serata. Altro che Cagliari. Il Barcellona è più forte ma non si può giocare così.

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