Mammì: «La Lega deve rilanciare l’idea del canale della Serie A, sennò da dove arrivano i soldi?»
Al Sole 24 Ore: «Un canale da distribuire ad un prezzo adeguato alle piattaforme, da portare avanti con un partner finanziario forte»

Mg Milano 28/09/2021 - Champions League / Milan-Atletico Madrid / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: cameraman
Il Sole 24 Ore intervista Matteo Mammì. Oggi è Ceo per l’Emea di Helbiz, ma ha un passato che lo ha visto spaziare dalla telefonia mobile al mondo della tv e dei diritti sportivi ai trasporti. Ha lavorato in Omnitel-Vodafone, Telecom Italia, Sky, Mediapro.
Parla della Serie A, di come sono cambiate le cose nel tempo.
«L’equazione della monetizzazione che ha funzionato per 20 anni ora non regge più. I broadcaster che immettono nel sistema tutti i soldi di cui quel sistema ha bisogno ormai sono un’illusione».
Un’opportunità potrebbe essere
«un progetto canale Tv della Lega, da portare avanti con un partner finanziario forte che assicuri i flussi di cassa per la fase iniziale».
Quello che voleva Dal Pino, ovvero l’ingresso di fondi di investimento. Sull’ex presidente di Lega Serie A Mammì dice:
«Troppo estraneo al sistema. Ho imparato che il “sistema calcio” ha bisogno di persone che non siano outsider, ma che conoscano bene il sistema da dentro. Tanto meglio poi se queste persone sono un po’ illuminate».
In generale, bisogna cambiare prospettiva.
«Il value for money, come lo chiamavamo in Sky, è oggi differente. Finora abbiamo avuto un consumatore disposto a spendere per un pacchetto pay come quelli messi in vendita da Sky. Oggi l’intervento degli Ott, le piattaforme di videostreaming, con la diffusione della fibra e dell’Iptv, insieme alla pirateria, hanno messo in crisi un’equazione che ha retto 20 anni e che ha finanziato il sistema».
Continua:
«Il prezzo troppo basso e il doppio abbonamento di Dazn finiscono per ridurre il valore dell’asset. In Lega dovrebbero considerare con molta attenzione la questione e rimettere in pista velocemente il progetto del canale della Serie A, distribuito in non-esclusiva da tutte le piattaforme a un prezzo adeguato che dia il giusto valore dell’evento premium. Altrimenti da dove arrivano i soldi per comprare i campioni?».
Il tutto con una condizione essenziale:
«Il prodotto deve essere di qualità. Sky negli anni ha abituato il consumatore a una qualità altissima. Da lì, indietro, non si può tornare. È una legge ferrea del processo evolutivo».