Laver: «Nadal il più grande? Non conta solo il numero di titoli vinti»
Alla Gazzetta: «Berrettini ha già dimostrato di essere vicino a conquistare uno Slam. Sinner è ancora molto giovane ma si confronta alla pari con i migliori».

Melbourne (Australia) 30/01/2022 - Australian Open / Nadal-Medvedev / foto Imago/Image Sport nella foto: Rafael Nadal
La Gazzetta dello Sport intervista Rodney George Laver, soprannominato “The Rocket”, il Razzo. In 20 anni di carriera, dal 1956 al 1976, è stato l’unico giocatore della storia capace di realizzare 2 volte il Grande Slam, nel 1962
da dilettante e nel 1969 nell’Era Open. Nel 1967 fece il Grande Slam (non riconosciuto) anche da professionista. Ha vinto 5 volte la Davis.
Nadal può essere considerato il più forte giocatore di sempre?
«Sono state due favolose settimane di tennis a Melbourne e la finale maschile è stata spettacolare. Medvedev ha giocato una grande partita, ma Rafa non si arrende mai. Non penso che la grandezza di un giocatore si misuri solo dal numero di titoli importanti che riesce a vincere. E nessuno sa ancora come andrà a finire tra lui, Roger e Djokovic: potrebbero volerci anni prima che la situazione si dirima. Inoltre non puoi confrontare campioni di epoche diverse. La tecnologia è cambiata, la preparazione è cambiata, le racchette sono cambiate. Chi può dire che qualcuno come Lewis Hoad o Pancho Gonzales non avrebbe eguagliato i grandi campioni di oggi, se avesse goduto delle stesse condizioni e non fosse passato professionista così presto?».
Dà un giudizio anche su Berrettini e Sinner.
«Matteo e Jannik sono tra i giovani pronti a fare il passo successivo, cioè quello che ti porta ai vertici delle classifiche e a vincerei grandi tornei. Berrettini ha già dimostrato di essere vicino a conquistare uno Slam e proprio in quel contesto ha mostrato un’eccezionale continuità di rendimento, sembra fatto apposta per quegli appuntamenti. Jannik è ancora molto giovane ma già si confronta alla pari con i migliori giocatori e sembra avere una carriera molto promettente davanti a sé».