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Il Napoli è in testa alla classifica degli infortuni muscolari

Gli ultimi sono Anguissa e Lobotka. Con l’affaticamento di Insigne ne abbiamo contati diciannove. Tra i club di testa, è un primato. È lecito porsi qualche domanda sulla preparazione atletica

Il Napoli è in testa alla classifica degli infortuni muscolari
Napoli 09/01/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Sampdoria / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Lorenzo Insigne

Giovedì, al quarantesimo minuto del secondo tempo stoico del Napoli al Camp Nou, Anguissa ha chiesto il cambio. Spalletti alla fine del match ha riferito di un “problemino muscolare”. A fine partita la diagnosi: gli adduttori, di nuovo. Com‘era successo a novembre a San Siro, nella partita d’andata contro l’Inter. È dunque la seconda volta per lui quest’anno.

L’infortunio muscolare del camerunese arriva pochi giorni dopo quello di Lobotka, che l’aveva egregiamente sostituito durante la Coppa d’Africa al punto da aver fatto pensare di avergli soffiato il posto da titolare. A «Stan» è stata rilevata una lesione di basso grado al bicipite femorale dopo la partita di sabato, ancora contro l’Inter, questa volta allo stadio Maradona. Per lo slovacco, che ne avrà ancora per qualche giorno, è il terzo infortunio muscolare dell’anno. Il primo l’aveva accusato a inizio stagione, dopo la seconda giornata di campionato. Il secondo, di minore entità, risale a dicembre.

Prima di Lobotka, sempre sabato scorso, s’era fermato Matteo Politano, elongazione al soleo. Il suo infortunio è stato particolarmente difficile da digerire per Spalletti visto che è fermo anche Lozano. Per il Chucky, com’è notorio, non si tratta di un infortunio muscolare ma di una lussazione alla spalla. Si diceva: l’allenatore di Certaldo – secondo quanto riferì il giornalista a bordo campo per Dazn – era rimasto piuttosto indispettito dallo stop di Politano: «non capisco come mai i calciatori arrivino a strapparsi in una partita del genere», avrebbe detto.

Ed effettivamente l’elenco comincia ad esser lungo. L’ultimo in ordine cronologico riguarda Lorenzo Insigne, che non partirà per la trasferta di Cagliari in seguito ad un affaticamento alla coscia destra accusato in allenamento, alla vigilia. Non una vera e propria lesione, solo un affaticamento, ma comunque un problema che lo costringe a rimanere in città senza seguire la squadra.

Un elenco tanto lungo da suscitare qualche perplessità sul lavoro del professor Sinatti il nuovo preparatore atletico, ritornato in azzurro con Spalletti dopo che aveva già fatto parte dello staff in azzurro di Sarri. In passato, soprattutto ai tempi delle gestioni Benitez e Ancelotti, bastarono un numero decisamente inferiore per provocare “moti di piazza”. Adesso, invece, l’ambiente tace.

Stando ai dati (riportati dal portale Transfermarkt) il Napoli è la squadra tra le “sette sorelle” ad aver accusato più infortuni di natura muscolare. Se ne contano, più o meno – potrebbe essere sfuggito qualche infortunio in qualche misura meno grave – diciannove. E hanno riguardato tantissimi calciatori di tutti i reparti: da Manolas che non ha praticamente mai giocato (stiramento al gluteo) a Koulibaly che ha saltato un mese e mezzo di partite prima ancora della partenza per la Coppa d’Africa (infortunio al bicipite femorale), da Fabian (problema agli adduttori a dicembre) a Malcuit (assente per uno stiramento a ottobre), da Ounas (che ha avuto guai muscolari d’ogni tipo) a Insigne (che s’è fermato tre volte in un mese a cavallo tra novembre e dicembre e di nuovo oggi, alla vigilia del Cagliari). E poi, ancora, uno stiramento per Osimhen all’inizio di novembre, un paio di affaticamenti muscolari per Mario Rui e una contusione muscolare per Zielinski. Si potrebbe continuare. Sono pochi quelli che, finora, non hanno avuto problemi di questo tipo: oltre a Di Lorenzo, manco a dirlo, gli ultimi mohicani sono Rrahmani, Juan Jesus, Elmas, Mertens e Petagna.

Nessun altra delle big, per l’appunto, ha avuto così tanti problemi coi muscoli. Ci è andata vicina la Juve, che però con la sua difesa di quasi-quarantenni e i problemi piuttosto cronici di Dybala e Ramsey potrebbe averlo più o meno messo in conto. Per i bianconeri non si contano più di una quindicina di stop di natura muscolare, comunque. Lo stesso vale per i calciatori del Milan, che pure sono stati falcidiati dai problemi fisici ma che hanno accusato infortuni in larga parte traumatici. Qualche problema – per lo più tendineo, in verità – l’ha avuto Ibrahimovic, che però ha più di quarant’anni. Esclusi gli infortuni di Calabria e Rebic (più seri) e quello di Leao, le assenze sono dipese da altri fattori, dalla lesione meniscale di Tomori al crociato di Kjaer. Sono stati una decina poi gli infortuni muscolari per Roma (e i problemi hanno riguardato sempre gli stessi giocatori: Pellegrini, El Shaarawy e Smalling), Lazio ed Atalanta.

L’Inter, poi, è su un altro pianeta. Chissà che non dipenda dal lavoro di Pintus preparatore atletico di fama internazionale oggi al Real Madrid con Ancelotti. I nerazzurri, che erano andati alla grande anche l’anno passato, hanno avuto pochissimi problemi dall’inizio della stagione. E per la maggiore s’è trattato di infortuni – tipo quello accusato da Bastoni ad ottobre – risolvibili in pochissimi giorni. Su un piano più importante, qualche guaio muscolare l’ha avuto Correa e qualche giornata di campionato l’ha saltata Kolarov (che comunque non gioca). Nulla di rilevante.

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