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Al Napoli è andata di lusso. Il gol di Osimhen conferma che aveva ragione Pelè in “Fuga per la vittoria”

Finisce 1-1. Il Cagliari di Mazzarri domina, segna grazie a una mega-papera di Ospina. Fallisce il raddoppio. Poi entra Osimhen che tocca un palla e fa gol. Napoli più forte del disfattismo dei tifosi

Al Napoli è andata di lusso. Il gol di Osimhen conferma che aveva ragione Pelè in “Fuga per la vittoria”
Db Bologna 17/01/2022 - campionato di calcio serie A / Bologna-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Viktor Osimhen

Cagliari-Napoli è finita 1-1 e al Napoli è andata di lusso.

Hai voglia a parlare di tattica, di schemi, di numerini, di possesso palla. Il calcio, a nostro avviso, somiglia molto allo schema che disegnò Pelè sulla lavagna in “Fuga per la vittoria”. «Date la palla a me, io faccio così così così così, e segno». Ecco. A Cagliari è successo più o meno così. La squadra di Mazzarri ha dominato la partita – perché l’ha dominata –, per segnare ha avuto bisogno di una paperona di Ospina (che si è poi riscattato evitando più volte il 2-0), ha sfiorato il raddoppio almeno tre volte. Poi, è entrato Osimhen che l’ha colpita una volta di testa e l’ha messa dentro. Il calcio è così. La differenza è tra chi è più forte e chi è meno forte. Osimhen ha avuto una palla e ha segnato. È forte e ha fatto la differenza. Spalletti avrà avuto le sue ragioni per farlo entrare solo al 67esimo. Mancano ancora dodici partite ed è meglio non rischiare un incidente muscolare (visto che il Napoli è già leader nella classifica di infortuni muscolari).

Il Napoli di Spalletti si è così adeguato alla giornata balorda della Serie A. Non ha perso, come avrebbe meritato, ha pareggiato e ha ulteriormente rafforzato l’idea che questa volata scudetto somigli terribilmente al tressette a perdere. Il livello medio del campionato italiano è preoccupantemente scadente e questo rende ancor meno comprensibile la prestazione con la terzultima in classifica.

Fino all’87esimo il Napoli sembrava dare ragione al disfattismo che da ieri si respirava in città. Un ambiente rassegnato in partenza, quasi livoroso nei confronti della squadra colpevole di non sfruttare mai le occasioni che contano. È praticamente impossibile vincere in queste condizioni ambientali. Ma tanto ormai siamo rassegnati.

Spalletti e i suoi hanno l’alibi delle assenze per l’opaca prestazione. Il Napoli è partito per la Sardegna senza Lobotka Politano Anguissa Insigne Lozano più Osimhen e Fabian in panchina. E Di Lorenzo che si è infortunato a metà primo tempo e ha dovuto lasciare il campo per Malcuit.

Il Napoli ha subito la sfuriata del Cagliari nel primo tempo ma sembrava consapevole di poter uscire nel secondo tempo. Non aveva fatto i conti con il regalo di Ospina che si è addormentato su un tiro che non sappiamo se definire banale o innocuo.

Si è visto un Cagliari mazzarriano in purezza: potremmo definirlo la versione sarda dell’Atalanta di Gasperini. In realtà la classica squadra del tecnico toscano che a Napoli ben ricordano e anche con nostalgia. Il Cagliari ha giocato uomo su uomo, è sempre arrivato prima sui palloni, ha sopperito alla scarsa qualità con un dinamismo impressionante.

Dal punto di vista del gioco nulla è cambiato nemmeno con i cambi: Ounas per Demme, Osimhen per Petagna, Fabian per Juan Jesus. È cambiato il risultato. E non è poco.

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