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Spalletti spiega che vuol dire lavoro. E con Elmas, Ounas, Malcuit risolve gli enigmi storici del Napoli

Battuto il Leicester 3-2 in una partita sofferta in cui si infortuna anche Lozano. Secondo posto nel girone. Un gruppo di giocatori letteralmente trasformato

Spalletti spiega che vuol dire lavoro. E con Elmas, Ounas, Malcuit risolve gli enigmi storici del Napoli

Il Napoli batte il Leicester 3-2 ed è ancora in Europa League. Giocherà gli spareggi contro le terze dei gruppi Champions, potrebbe affrontare anche Barcellona o Borussia Dortmund. Partita di grande generosità. Da 2-0 a 2-2, infortunio di Lozano. Poi il 3-2, si rivede persino Manolas e sofferenza finale con Vardy che fallisce il colpo di testa del 3-3. È la vittoria di Spalletti, non c’è dubbio. Ha letteralmente trasformato questo gruppo di calciatori.

Ounas, Elmas, Malcuit: giocatori considerati misteri gloriosi, enigmi irrisolti. Ben oltre il concetto di riserva. Sono loro a trascinare il Napoli alla vittoria contro il Leicester. Al termine di una giornata surreale, in cui Napoli viene messa in saccoccia diplomaticamente dai volponi del Leicester che sono potenziali portatori di Covid. Per fortuna, il campo è un’altra cosa. È la partita in cui emerge ancora una volta, nitidamente, il significato della parola lavoro. Sono le cosiddette seconde file a portare la carretta. Ounas è un calciatore con i fiocchi, che forse finalmente comincia a comprendere la propria forza (con la sua uscita, forse troppo presto, per Mertens, il Napoli smette di far paura); Elmas segna una doppietta, è un calciatore non standard, quindi incomprensibile per chi non ha una cultura raffinata di calcio (ogni riferimento non è casuale) e Malcuit che Spalletti ripropone dopo l’infortunio di Lozano. Ed è una mossa intelligente. Schmeichel ha compiuto due belle parate: una su Ounas e una su Malcuit nel finale. Il Leicester si divora il gol del 3-3 con Maddison che da solo davanti a Meret colpisce il palo esterno.

Ovviamente non sono soltanto loro i protagonisti. Sontuosa la partita di Zielinski schierato al fianco di Demme a metà campo. Una partita di quantità e di qualità per il polacco. Ciascuno prova a dare il massimo. Come Juan Jesus.

Il Napoli gioca senza tantissimi titolari: Ospina per scelta, Koulibaly, Fabian, Lobotka, Insigne, Osimhen, cui si aggiunge Lozano al termine del primo tempo per infortunio. Finisce 3-2 davanti a circa 13 mila spettatori.

Partita che il Napoli controllare fin troppo agevolmente: 2-0 dopo 24 minuti; poi si rilassa e lo paga immediatamente con gli inglesi sembrano correre il doppio. Poi, nella ripresa, Malcuit serve Di Lorenzo che si sovrappone, cross basso al centro dove per fortuna c’è Elmas e non Petagna: il controllo è da centravanti vero ed è gol.

Nel primo tempo sembra che il Leicester abbia un’altra marcia, che vada una velocità decisamente superiore. La squadra inglese macina chilometri, guadagna yard come se si giocasse a football americano. Mentre il Napoli è bravo a capitalizzare le due occasioni. La prima anche fortunata, con un tiro di Petagna che diventa un assiste per Ounas che di destro in diagonale porta il Napoli in vantaggio. Il secondo con un bel passaggio di Zielinski per Petagna che ha tanti difetti ma non è egoista, serve a Elmas che corre di fianco a lui ed è 2-0. Sembra una passeggiata. Sembra. Appunto.

Non ci si può mai rilassare. Appena giochi con leggerezza, anche inconsapevole, vieni punito. Il gol del 2-1, il primo del Leicester, è il frutto di una serie di combinazioni dovute a un rilassamento. Dal pallone perduto al fallo di Lozano, fino all’infortunio di Elmas nel rinvio. Poi, arriva anche il 2-2. Sembra su azione da calcio piazzato. Lozano si fa male e probabilmente Spalletti ha l’intuizione giusta: Malcuit al posto suo. Anche perché fin qui è il Leicester a fare la partita.

Poi, la ripresa col gol di Elmas e la sofferenza finale. Il Napoli è una squadra.

 

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