ilNapolista

Non ti disunire, Napoli. Teniamoci gli applausi. Il mal di stomaco passerà

Roma-Inter non c’è partita. Perché Inzaghi parla di calcio non di bubbole. E gioca assai meglio del suo predecessore. Il Pallone d’oro ai Maneskin

Non ti disunire, Napoli. Teniamoci gli applausi. Il mal di stomaco passerà
Director Paolo Sorrentino attends the photocall for the Italian premiere of "The Hand Of God" at Hotel Vesuvio (Kontrolab)

FALLI DA DIETRO – COMMENTO ALLA 16° GIORNATA

Non ti disunire, Napoli.
Dei nostri ne mancavano sei. Il mister era su a guardare dalla finestrella.
In panca Domenichini, che ci impone la pena di uno stop con la palla in campo.
Roba che ho visto fare una cinquantina d’anni fa al campetto la Pineta da un maldestro Franco Iavarone, costretto sempre a bordo campo per via di una sua innata manifesta incapacità a tirar calci.

E c’è da affrontare la Dea.
Vabbè allora facciamo la Dea.
Difesa a tre e, quando si può, uno contro uno.

La partita è bellissima. Piena di emozioni e di ribaltamenti.
Napoli di coraggio, di qualità e di voglia di esserci.

Napoli che fa la Dea e la mette anche in difficoltà.
L’Amore nostro va addirittura in vantaggio lanciato nientedimeno che dal Calvolfiore broccolo.

Poi però prende il sopravvento la precisione, l’esattezza dei movimenti, il fondamentalismo dei passaggi di questa squadra che gioca davvero un calcio unico in Europa.

Ha ragione Brillantina quando commenta che bisogna imparare da loro. Soprattutto sui falli tattici.

Alla fine si cede. Ma dopo averla giocata tutta. Fino in fondo.

Ci punisce ancora una volta l’incapacità di gestire la situazione di vantaggio.
Di sfruttare l’occasione d’oro nel finale.
Ci punisce ancora una volta quella sfiga che ci rincorre e ci toglie anche Charlie Brown Lobo che si è rivelato così prezioso.

E poi l’arbitro. Ancora una volta ostile.
.
Certamente casuale, ma apodittica l’inquadratura di Rocchi che, con indice e pollice uniti, traccia una immaginaria linea orizzontale a commentare perfetto per lui e per il Sistema il giallo che Mariani mostra al Kosovaro.
Insolito e inatteso spot non richiesto alla classe arbitrale, che sa tanto di mani avanti.
Discorso da sfigati, d’accordo.

Tuttavia c’è un mani (involontario?) di Duvan sul primo gol.
E una carica in area su Elmas allo scadere, mentre quelli del Var sono già al bar.

Gira così. Si cede la vetta. E anche il secondo posto.

Ma se la Dea è da primato e al gran completo soffre il Napoli di Malcuit e Jesus, allora sarà da primato anche il Napoli quando tornerà ad esser Nero.

Non ti disunire, Napoli.
Teniamoci gli applausi. Il mal di stomaco passerà.

Mattanza Suninter all’Olimpico.

Povero Pupone, tornare allo stadio dopo due anni per prendersi una coltellata al cuore.

Non c’è partita.
Perché Inzaghi parla di calcio non di bubbole. E gioca assai meglio del suo predecessore.

A segno il sostituto di Eriksen. Il sostituto di Hakimi. Il sostituto di Lukaku.

Ancora sugli scudi il turco che non segna solo su rigore. Lo fa anche dalla bandierina con la complicità del goffo Rui Patricio.

Il gol più bello è del discusso Dumfries.

L’esterno olandese, un minuto prima aveva salvato una palla gol gigantesca capitata sui piedi di Vina.

Poi segue la cavalcata del maestoso Bastoni lanciato sull’estrema sinistra.
Sul meraviglioso cross in corsa, lui taglia alle spalle di tutti e infila in tuffo di testa nella porta avversaria.

Mamma mia! Urla Skriniar. E l’Inter vola.

I tifosi salernitani accorsi a San Siro a sostegno dei granata sono la cosa più bella della partita di Milano. Un esempio di tifo festoso e spontaneo.

Meriterebbero davvero di più di una squadra così inadeguata per la A, con la figurina di un vecchio campione in pensione.

Bello il gesto dell’olandese Saelemaekers di dedicare la vittoria e il primato rossonero allo sfortunato Simon.

Allo Stadium i grifagni grifoni pagano l’ultima rata del contratto delle plusvalenze con una gara che più remissiva non si può.

Poveri tifosi genoani costretti a trovarsi come presidente uno Zangrillo.

Ma che ci fa qui questo signore?

Siamo sicuri che Preziosi abbia proprio ceduto agli americani?
Allenatore Sheva, vice Tassotti, presidente il medico del Patonza.
A ma sembra “Un nuovo sogno italiano”.

A proposito di Sheva.
Da quando è arrivato, in quattro partite il Genoa non ha segnato manco un gol.
La prossima si toglie la tuta e gioca lui.

Messi si aggiudica il settimo Pallone d’Oro.
Ma quest’anno lo avrebbe meritato quello col nome strano. Coso là. Maneskin!

Se vuoi essere sempre aggiornato seguici su Google News

ilnapolista © riproduzione riservata