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Il Cio risponde al boicottaggio della Wta: «Con la Cina meglio usare la “diplomazia silenziosa”»

La protesta del tennis femminile ha riacceso le luci sul caso Peng Shuai. Il Cio: “La incontreremo di persona a gennaio”

Il Cio risponde al boicottaggio della Wta: «Con la Cina meglio usare la “diplomazia silenziosa”»

A questo servono gli strattoni, le rivoluzioni. Il boicottaggio della Wta, del tennis femminile, contro la Cina per il caso Peng Shuai ha acceso una miccia. Il Comitato Olimpico Internazionale, accusato di inettitudine dolosa da più parti, s’è sentito in dovere rispondere pubblicamente, con una nota ufficiale: “Condividiamo la stessa preoccupazione di molte altre persone e organizzazioni per il benessere e la sicurezza di Peng Shuai – scrive il Cio – Per questo, proprio ieri, un team del Cio ha tenuto un’altra videochiamata con lei. Le abbiamo offerto un ampio supporto, resteremo in contatto con lei e abbiamo già concordato un incontro di persona a gennaio”.

“Ci sono diversi modi per ottenere il suo benessere e la sua sicurezza. Abbiamo adottato un approccio molto umano e centrato sulla persona. Il Cio sta affrontando queste preoccupazioni direttamente con le organizzazioni sportive cinesi. Utilizziamo la ‘diplomazia silenziosa’ che, date le circostanze e in base all’esperienza dei governi e di altre organizzazioni, è indicata come il modo più promettente per procedere efficacemente in tali questioni umanitarie”.

“Gli sforzi del Cio – continua la nota del Cio – hanno portato a una videoconferenza di mezzora con Peng Shuai il 21 novembre, durante la quale ha spiegato la sua situazione e sembrava essere al sicuro e in salute, data la difficile situazione in cui si trova. Ciò è stato riconfermato nella chiamata di ieri. Il nostro approccio umano e centrato sulla persona significa che continuiamo a preoccuparci per la sua situazione personale e continueremo a sostenerla”.

 

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