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Altafini: «Non fui un cuore ingrato. Avevo un contratto libero, il Napoli non mi chiese di rimanere»

Al CorSport: «Gli anni a Napoli furono meravigliosi, l’unico rammarico è che non ho vinto niente. Era tutta una festa, rimpiango il tempo che ho vissuto lì»

Altafini: «Non fui un cuore ingrato. Avevo un contratto libero, il Napoli non mi chiese di rimanere»

Stasera si gioca Milan-Napoli. Il Corriere dello Sport intervista l’ex di entrambe le squadre, José Altafini. Dal Milan andò via per contrasti con l’allora direttore sportivo.

«C’era il direttore sportivo, Gipo Viani, che ce l’aveva con me. Quando il Milan perdeva una partita, lui entrava nello spogliatoio e dava la colpa a me. Tanto che una volta un compagno, Amarildo, si inalberò dicendo: ‘Ma come, date sempre la colpa a lui?’. Così a un certo punto io feci un’annata bruttissima perché non stavo a posto, non ero tranquillo, e così chiesi di andare via. Ci fu una trattativa con la Juventus che però non piacque al presidente Felice Riva. Così alla fine approdai al Napoli. Ma andai via non perché ce l’avessi col Milan: ce l’avevo con quel dirigente».

Gli anni a Napoli li definisce

«Meravigliosi. L’unico rammarico è che non ho vinto niente. A Napoli è tutta una festa, rimpiango il tempo che ho vissuto lì: c’era un’allegria pazzesca. L’ultimo anno con loro avevo il cartellino libero e desideravo tornare a giocare la Coppa dei Campioni. Ecco perché, dopo sette stagioni, decisi di andare alla Juventus».

A Napoli non ha mai incontrato difficoltà, ma ha qualcosa da precisare.

«I brasiliani sono un po’ come i napoletani, perciò non mi sono trovato in difficoltà in nessun momento. Mi è dispiaciuto che quando andai via mi dettero del cuore ingrato. Ma non è vero: quando lasciai il Napoli io avevo un contratto ibero e la società non mi chiese di rimanere».

 

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