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Le sconfitte passano a due, ma non siamo all’allarme Napoli

Lo Spartak vince 2-1. Inizio horror, paghiamo due errori di Lobotka e Koulibay. Bene nella ripresa, dopo due prodigi del portiere russo. Gol di Elmas. Bisognerà battere il Leicester

Le sconfitte passano a due, ma non siamo all’allarme Napoli

Le sconfitte passano a due. E a questo punto la platea si dividerà. Tra chi pensa che stiamo assistendo al disfacimento azzurro e chi invece crede che due sconfitte non fanno una campagna di Russia, anche se la seconda sconfitta è avvenuta a Mosca. Noi apparteniamo alla seconda categoria. Non è ancora il caso di drammatizzare. Non lo è perché nel secondo tempo si è rivista la squadra che abbiamo imparato a conoscere. Il primo tempo, invece, è stato da dimenticare. Un inizio assurdo con un rigore generoso ma anche ingenuo provocato da Lobotka dopo neanche un minuto di gioco. Un match giocato in condizioni atmosferiche complesse, sotto la neve. Con tanti assenti: Osimhen, Anguissa, lo stesso Insigne.

Se la partita fosse finita al 45esimo, saremmo stati preoccupati. Così no. Certo le due sconfitte vanno analizzate. A differenza di Milano, però, oggi ci sono molte attenuanti per la squadra di Spalletti. E nonostante tutto, il Napoli ha dimostrato di essere vivo. Adesso la qualificazione è più complessa. Bisognerà battere il Leicester a Fuorigrotta il 9 dicembre.

Se è vero che le squadre si vedono nei momenti di difficoltà, gli azzurri questa sera a Mosca hanno pensato che non bastava giocare senza Osimhen, Anguissa, Insigne e Rrahmani. Hanno avuto bisogno di subire un rigore dopo neanche un minuto di gioco e poi anche il raddoppio. A quel punto, finalmente si è rivista la squadra di Spalletti che pure nel primo tempo qualche occasione l’ha costruita. Ma è stata nella ripresa che ha preso il controllo del gioco e ha mostrato che non è affatto sparita la formazione che è ancora prima in campionato e che si sta giocando il girone di Europa League. La rete degli azzurri l’ha segnata Elmas di testa al 64esimo.

Spalletti, come al solito, se l’è giocata con i migliori. Ha lasciato in panchina Fabian e Rrahmani, ha fatto giocare sia Petagna sia Mertens.

L’inizio è stato horror. Al punto da far pensare, con non poca enfasi e fantasia, alla campagna di Russia. Non eravamo alla disfatta napoleonica, perché non eravamo all’inizio dell’irreversibile declino, però era una partita complessa. Che si era messa subito molto male, con un rigore fischiato dopo neanche un minuto di gioco. Giocata in condizioni atmosferiche difficili, sotto la neve, su un terreno pesante. I padroni di casa dello Spartak sembravano molto più agio, sembrava quasi che giocassero in discesa. Forti anche del vantaggio iniziale. In più, va ricordato che il portiere di casa Selikhov aveva compiuto, nel primo tempo, due interventi non banali: uno su Elmas e il secondo su tiro di Zielinski a botta sicura: da terra, col braccio alzato. In più. Era poi arrivato il raddoppio di Sobolev, di testa, su uno dei rari errori di Koulibaly. A proposito: non male questo Sobolev.

Nel secondo tempo, è cambiato tutto. Innanzitutto il Napoli è parso riuscire a stare in equilibrio in campo. Il campo non sembrava più in pendenza con gli azzurri costretti a giocare in salita. Sono state ristabilite le gerarchie sia tecniche sia tattiche. È arrivato solo un gol, di Elmas. La squadra ne avrebbe meritato anche un altro. Bisogna riflettere, questo sì. Non drammatizzare.

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