Il Guardian celebra 25 anni di Zola in Inghilterra: «Aveva la magìa nei piedi»
"Ebbe un impatto devastante in Premier. E' ancora osannato. Aveva tutto, creatività, velocità di pensiero e di azione"

Mg Nizza (Francia) 28/07/2018 - amichevole / Chelsea-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Gianfranco Zola
Se dici Gianfranco Zola a Londra, si accende la miccia del ricordo. Gli si illuminano gli occhi ai tifosi del Chelsea. Ma anche agli avversari del tempo. Zola è stato l’unico calciatore nella storia del calcio inglese a vincere il premio di giocatore dell’anno senza aver giocato un’intera stagione. Il premio esisteva da 50 anni, ma è stato il primo giocatore del Chelsea a vincerlo. “Zola – scrive il Guardian – era un creatore, faceva la differenza, ed è ancora venerato per il suo impatto, 25 anni dopo”.
Il giornale inglese lo celebra, letteralmente, con un lungo articolo. Nel quale, soprattutto, raccoglie il ricordo degli avversari. Che ancora lo venerano. “Quando Zola si unì alla squadra di Ruud Gullit nel novembre 1996, non ci fu molto clamore – scrive il Guardian – All’epoca, non c’era nemmeno lontanamente la stessa conoscenza dei campionati stranieri e, molti tifosi – o giocatori – non sapevano quanto fosse bravo”.
“In pochi mesi, il genio scintillante lasciò pochi dubbi sulla gente. La voce si è diffuse velocemente. Ma fu solo quando i giocatori avversari lo sperimentarono addosso, che si resero conto di quanta magia ci fosse nei suoi piedi”.
“Non era solo la sua intelligenza calcistica. Era il suo cambio di direzione, la sua consapevolezza – ricorda un difensore avversario – L’ho guardato e ho pensato che fosse solo piccolo, ma invece aveva tutto, a parte i colpi di testa vincenti. Aveva intelligenza, capacità decisionale. Quando aveva la palla, aveva un baricentro basso e ti rigirava come voleva, ed era qualcosa che ci era estraneo. Non ti trovi tutti i giorni contro giocatori così”.
Il primo gol di Zola al Chelsea contro l’Everton. “Avevamo un piano su come gestire i suoi calci di punizione – ricorda il difensore dell’Everton Earl Barrett – Ci eravamo preparati. Io dovevo restare vicino alla barriera e scattare a proteggere il palo prima della battuta. E l’ho fatto. Solo che lui l’ha messa proprio sopra la mia testa. Pensi ‘wow’. Che altro avrei potuto fare? Ha colpito un francobollo. Non potevamo fare niente di più”.
Zola ha segnare 12 calci di punizione diretti in Premier League, dietro solo a David Beckham nella classifica di tutti i tempi.
“Il gol non era nemmeno la sua risorsa principale – racconta il portiere James – La sua creatività e velocità di pensiero gli hanno permesso di entrare in aree apparentemente innocue del campo prima di inventarsi un passaggio che spacca la difesa. Era la sua capacità di mettere altre persone in grado di segnare. Segnava certo ma, anche nel gioco di oggi, se guardi ai migliori giocatori, sono quelli che possono forzare la serratura. Aveva quel tipo di abilità, quella consapevolezza, quella visione. Quando hai tutto ad un livello così alto come lui, non c’è giocatore peggiore da affrontare”.
“È più frustrante che altro”, aggiunge James. “Vedi uno come Zola in un altro club, ti guardi intorno alla tua squadra e pensi ‘forse abbiamo bisogno di qualcos’altro'”.