I tifosi urlano “puto!” agli avversari, il Messico rischia di essere escluso dal Mondiale per omofobia
La Fifa non sa più come punirli, ma in Messico si difendono dicendo che "non è un'offesa discriminatoria, è linguaggio colloquiale"

Db Genova 29/08/2021 - campionato di calcio serie A / Genoa-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Hirving Lozano
Il Messico rischia di essere escluso dal Mondiale in Qatar perché i messicani allo stadio continuano a urlare “puto!”, soprattutto ogni volta che l’avversario va al tiro, o alla rimessa dal fondo. E’ diventata una questione politica. Il “puto” è già costato costato al Messico tre partite casalinghe a porte chiuse. Ed è un “colpo economico e reputazionale”, scrive El Pais. La Fifa si batte per lo sradicamento di questa abitudine dal 2014. Se gli insulti dovessero continuare nelle partite del Messico, potrebbe essere fatto fuori dai Mondiali.
El Pais scrive che nel dizionario di “puto” appare come una “qualificazione denigratoria”. Viene anche usato come sinonimo di debolezza e “sodomita”. “Nessuna parola di per sé è discriminatoria. È l’uso delle parole che genera queste condizioni di discriminazione”, sottolinea Claudia Pedraza, dottore in Scienze Politiche specializzata nello sport femminile. Questo grido “è una manifestazione omofoba, anche se il pubblico non ne ha l’intenzione”, aggiunge.
Il grido di “puto”, spiega El Pais non ha un’origine precisa. In Messico si difendono argomentando “in messicano diciamo ‘puto’ per niente, e per tutto”.
“Quando la Fifa ha rilevato il significato del grido alla Coppa del Mondo in Brasile, ha lanciato avvertimenti alla Federcalcio messicana. Dopo il torneo, l’organismo mondiale ha ritirato ogni tipo di sanzione, considerando che i tifosi non avevano “intenzione di offendere”. Tuttavia, all’inizio del 2016, la Fifa ha iniziato con le multe. Finora ne ha comminate 17, l’ultima da 109.000 dollari e due partite casalinghe senza tifosi sugli spalti durante i turni di qualificazione per i Mondiali. La Fifa ha stabilito una piramide di punizioni: prima finanziarie, poi partite senza tifosi, poi la perdita di punti per il Mondiale e, infine, l’estromissione.
La stessa federazione, allenatori e calciatori non l’hanno presa sul serio. “L’organismo mondiale non deve imporre la sua ideologia, La Fifa lo giudica come un insulto e in Messico non lo è. Lo usiamo in un linguaggio colloquiale “, ha detto Miguel Piojo Herrera, un ex allenatore messicano,
“L’intenzione di molti cori del calcio messicano ha a che fare con la femminilizzazione e l’omosessualizzazione del rivale”, afferma Pedraza. “L’intera struttura è molto esclusiva: uomini che vedranno giocare uomini in una partita gestita da manager uomini”.
La federazione messicana ha lanciato campagne su tutti i media possibili per chiedere ai propri tifosi di smetterla. La Concacaf è dovuta intervenire anche durante le amichevoli negli Stati Uniti, con gli stadi pieni di tifosi messicani”.