Il sarrismo è nato e morto a Napoli. Era involontariamente sincero quando disse che non sapeva cosa fosse il sarrismo

Quando Maurizio Sarri è andato via da Napoli è riuscito a vincere, prima con il Chelsea e poi con la Juve. In teoria, scrive il Corriere dello Sport, nel ritorno domani a Napoli, per Napoli-Lazio, il vero vincitore dovrebbe essere lui. In realtà, però, Sarri è lo sconfitto perché né in Inghilterra né a Torino ha mai creato un feeling con club e tifoseria.
“La sconfitta di Sarri è che il sarrismo è nato e morto a Napoli. Bisogna riconoscergli involontaria sincerità quando, il giorno della presentazione alla Juventus, disse: ‘Il sarrismo non so cosa sia’. E in effetti non lo sapeva. Perché quel gioco che tante persone fece innamorare non si è mai più visto”.
Al Chelsea mai in assoluto, a Torino giusto nella partita vinta a San Siro contro l’Inter di Conte.
“Napoli manca a Sarri più di quanto lui manchi a Napoli”.
Ma nemmeno Napoli ha trovato una strada, dopo di lui.
“Anche Napoli senza Sarri non ha trovato una propria strada. Dopo di lui, non ha creduto più a nessuno. Forse perché non ha il coraggio di ammettere fino in fondo di aver preso un abbaglio. Domani sera guarderà Sarri sulla panchina della Lazio. E distrattamente si accorgerà di Reina e di Hysaj in campo. Sarà una partita tra due vittime dell’illusione sarrismo”.
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