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Spalletti: «Lozano? Ambizioso. Lo scorso anno, senza Champions, nessuna richiesta per i giocatori del Napoli»

Conferenza stampa: «Mi auguro che a fine stagione che riceva l’interesse di club che lui ritiene più importanti del Napoli. L’Inter? Avere la possibilità di spendere 240 milioni per stipendio, è diverso rispetto a 100»

Spalletti: «Lozano? Ambizioso. Lo scorso anno, senza Champions, nessuna richiesta per i giocatori del Napoli»

Conferenza stampa di Luciano Spalletti

«Che possa succedere qualcosa all’ultimo momento, fa parte delle difficoltà della stagione. Nelle prime due partite di campionato, abbiamo giocato senza Demme, Zielinski, Anguissa, abbiamo giocato con tre giocatori di numero a centrocampo e si è fatto quel che si doveva fare ugualmente. È un modo di ragionare non corretto pensare che senza un giocatore andiamo a fare meno di quel che dovremmo fare».

«Verrà fuori una partita con due squadre alla ricerca della vittoria, è chiaro che loro saranno in campo con una conformazione geometrica diversa dalla nostra, sono bravi con quei due tutta fascia. L’Inter è una squadra fortissima».

«Fischi presi da tante parti, insulti presi da tante parti. Io valuto il mio lavoro. Quando lascio un club, guardo se ho lasciato conti migliori e se ho fatto qualche risultato. Si riferisce a quello che ho fatto io. Ho finito all’Inter con la difficoltà della gestione di quel momento lì. Non ho dato colpa a nessuno di quel quarto posto. Ho finito e sono venuto a casa perché m’avevano mandato a casa. Poi delle valutazioni vanno fatte. Sono in base a possibilità a disposizione. Se uno ha la possibilità di spendere 240 milioni di ammontare di stipendio, è diverso rispetto a 100. Si prendono giocatori dal Manchester, dal Chelsea. Il passato per me non è mai passato. Sono curioso anche io dell’effetto che mi farà a San Siro. Il lavoro lo faccio seriamente, posso sbagliare ma sempre seriamente. C’era da prendere decisioni e le ho prese. Ringrazio i tifosi, al di là del trattamento. Ringrazio i calciatori. Vado orgoglioso di aver ridato forza a quella che era una conformazione della Pinetina. Molti momenti belli che porterò sempre con me».

«Partita importantissima per tutt’e due. Non è definitiva mai. Ci sono tante squadre forti».

«Non ho da far valere nessuna rivincita con l’Inter. È un altro piccolo passaggio fondamentale per la nostra felicità. Siamo in cerca della dignità e sarà una certezza quando ti batterai per le persone che ti vogliono bene. Abbiamo una città dietro che è lì che freme. Oggi alla partenza ci saranno mille persone, si sentono che la vivono così anche se rimangono a casa. Che si scomodino per venire, è una roba che deve far rifletterci sul nostro comportamento. Bisogna sapere riconoscere quel che fanno le persone che ci amano, altrimenti non si è mai fieri di quel che si fa».

«Non è decisiva neanche per loro. Sono poche le partite giocate e molte le difficoltà che si andranno a incontrare tutti in questo campionato. Si sta parlando di momenti importanti, le devi gestire quando non hai un giocatori, due partite ravvicinate. Non mi sono mai lamentato in vent’anni di carriera. sarebbe come dire alla squadra “da soli non ce la possiamo fare”. I problemi non finiscono mai ma nemmeno le soluzioni».

«Andiamo a Milano con le certezze di quel che abbiamo prodotto fin qui. Le certezze della qualità che hanno saputo esibire i nostri giocatori, le migliaia di persone che ti vogliono bene e ti sostengono. La nostra gente pensa che noi siamo una squadra fortissima. Dubbi non ne abbiamo. Andiamo per fare la partita. C’è un avversario con le nostre stese qualità, ha calciatori di livello come il nostro. Allenatore che ha un’esperienza sul gioco che fa fare alla squadra. O si affrontano le difficoltà o si fa spazio a chi non vede l’ora di affrontare quelle difficoltà».

«Grosso modo è uguale avere il presidente straniero. Il figlio era spesso presente in società. È simile. La guardava un più esternamente la situazione Steven Zhang che è rimasto quasi sempre in Cina. De Laurentiis la vive più direttamente, vuole sapere le cose, al telefono. Zhang sorvegliava più a distanza, De Laurentiis più da vicino. Ti fa sentire la sua presenza».

«Mancini ha le soluzioni per rimettere a posto questa cosa. L’Italia se la sarebbe già meritata la qualificazione, non so perché i risultati siano andati contro. Un po’ di fortuna e sfortuna esiste nel calcio. A Mancini non si va insegnare niente».

«A destra ci può giocare Zielinski, Elmas, Lozano. Lui sta bene, ha ore e ore di viaggio. È voglioso, sorridente, è un ragazzo molto positivo dal punto di vista di contatto e professionale. È normale che abbia ambizioni di crescita, devono averle tutti. Mi auguro che a fine stagione che riceva l’interesse di club che lui ritiene più importanti del Napoli, vuol dire che si è reso protagonista di una stagione importante con risultati. L’anno scorso fuori dalla Champions non abbiamo avuto richieste per i calciatori del Napoli. È la vittoria che ti rende visibile. Altrimenti non gliene importa a nessuno di loro. Io metterei i premi obiettivo anche a quelli che salvano i gol, non solo a quelli che li fanno. Chi fa gol, ha un vantaggio superiore. Facciamo cinque sostituzioni.

Koulibaly

«In settimana è andato in scivolata, si è incassato il piede, è andato in torsione. Si è fermato l’allenamento. Erano tutti attorno a lui, anche i magazzinieri. È uscito tre minuti, tutti guardavano la panchina per vedere se lui rientrava oppure no. Non mi interessa spere se Maradona è stato il più grande calciatore o meno, mi interessa sapere quello che ho lasciato. Non è quello che dico io, è quello che dicono tutti. Io sono stato tra quelli fortunati, ne ho avuto di calciatori così ma ne avrò degli altri. Nestor Sensini non parlava mai, tutti avevano rispetto per lui».

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