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Koulibaly: «Appena arrivato, Spalletti ci ha detto che voleva capire il problema del Napoli»

A Dazn. «Quando sono arrivato non bevevo caffè, ora ne bevo cinque o sei al giorno: è colpa di Tommaso Starace. Chiellini è una persona straordinaria»

Koulibaly: «Appena arrivato, Spalletti ci ha detto che voleva capire il problema del Napoli»
As Napoli 25/08/2018 - campionato di calcio serie A / Napoli-Milan / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Kalidou Koulibaly

«Se fossi il regista di un film western, a Spalletti farei fare il cowboy. Perché? Per questo atteggiamento un po’ misterioso, di uno che cerca sempre giustizia. Mi ha iniziato a chiamare “sua maestà”, poi “il generale” e infine “il Comandante”: quest’ultimo soprannome è quello che mi piace di più. I miei compagni invece mi prendono in giro, dicono che lo chiamo “papà” ma lo dicevano per tutti gli allenatori che ci sono stati… è perché mi fanno giocare sempre!»

Ricca di spunti la lunga intervista che Koulibaly ha rilasciato a Diletta Leotta per Dazn. «Quando il mister è arrivato – ancora su Spalletti la prima cosa che ci ha detto è che voleva capire quale fosse il problema di questa squadra. Lui ne ha stima, da sempre, e pensa che non sia normale che non abbia vinto niente. Così è cominciato il suo lavoro sulla mentalità, e lui sulla mentalità ci sta dando tanto. Se uno da fuori arriva e dice così significa che davvero abbiamo delle potenzialità».

Le potenzialità di un gruppo che Koulibaly non manca di esaltare: «Insigne è la storia di Napoli, ci vogliamo molto bene, parliamo a telefono anche quando siamo in Nazionale. Tiraggir non lo dice mai: lo fa. Ma ho un gran rapporto con tutti: usciamo spesso insieme, anche con le nostre famiglie. Quando sento parlare di altre squadre, di altri gruppi, mi rendo conto che nessuno è legato quanto noi. Con Ghoulam abbiamo organizzato tantissime iniziative per gli ospedali e per le scuole di Scampia: Faouzi ha un cuore enorme. Victor? Spalletti sta completando il suo percorso di crescita dopo un primo anno difficile. Osimhen è un ragazzo gentilissimo e molto umile, che fa pure ridere e fa tantissimi scherzi, soprattutto con Manolas. Gattuso lo ha aiutato, con Spalletti sta raggiungendo un livello che in pochi credevano avrebbe raggiunto».

Koulibaly è a Napoli dal 2014. Lo volle Benitez, che lo scovò quando giocava al Genk. Quella estate, Rafa iniziò a lavorarci da subito. «A pranzo, al primo giorno qui a Napoli, mi ha fatto vedere i movimenti dei difensori coi bicchieri d’acqua». Koulibaly di Benitez conserva un ricordo straordinario: «mi ha fatto capire che il calcio italiano è diverso da quello che avevo conosciuto, mi ha aiutato nei primi mesi in Italia».

E va detto che oggi in Italia – e a Napoli – Koulibaly si sente a casa. «Quando sono arrivato non bevevo caffè, ora ne bevo cinque o sei al giorno: è colpa di Tommaso Starace che me ne ha fatto innamorare». Certo, Napoli per KK non è solo caffè: «la città è fantastica, ho la fortuna di vedere tutti i giorni il Vesuvio, il lungomare, Capri. Ma è la gente che la rende magica. Qui sognano, dormono e mangiano Napoli. E poi abbiamo milioni di tifosi nel Mondo!».

Oggi in un’intervista a Koulibaly è impossibile non affrontare il tema del razzismo, visto che il difensore del Napoli in questi anni si è spesso schierato con forza e in prima persona in questa battaglia di civiltà. «All’inizio pensi di essere tu a sbagliare, ma poi la città ti ricorda che non sei tu ad essere sbagliato, che sei la persona giusta. Il razzismo si può combattere, già negli anni passati siamo andati avanti. Sono amico di Chiellini fuori dal campo, è una persona straordinaria. Mi ha dato dei consigli importanti da calciatore e da uomo. Si è scusato a nome degli italiani per il razzismo, ma questa lotta dobbiamo farla tutti insieme. Stimo molto anche Irrati. Mi ha dato un nuovo modo di guardare agli arbitri. Con grande calma mi disse che avrebbe fermato la partita, Lazio -Napoli. Ero sorpreso e ancora oggi lo ringrazio perché mi ha dato la forza di iniziare a lottare davvero contro le discriminazioni razziali».

 

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