Pioli: «Il Milan è entusiasmante, ai miei giocatori piace il nostro modo di giocare»

"Spero che i ragazzi non mi vedano vecchio. Gli stadi in Italia sono vecchi, spero di essere l'allenatore del Milan quando ci sarà il nuovo stadio a Milano"

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Milano 22/09/2021 - campionato di calcio serie A / Milan-Venezia / foto Image Sport nella foto: Stefano Pioli

L’allenatore del Milan, Stefano Pioli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ospite al Festival di Trento. Ha parlato del suo rapporto con la squadra.

Spero non mi vedano vecchio. Io avevo Ranieri che aveva 43-44 anni, lo vedevo abbastanza vecchio e spero non mi vedano così. Il rapporto è allenatore-giocatore ma ho passato e conosco certe dinamiche, so che i giovani devono avere consigli, a volte esser ripresi, altre gratificati. C’è tutto questo nel mio rapporto con loro. Qualcuno mi manifesta delle situazioni personali ed è un attestato stima reciproca che non può che farmi piacere. Sono ragazzi fortunati, bravi e ricchi ma hanno vent’anni, vengono da altri paesi, magari si sono lasciati con la ragazza, hanno litigato coi genitori. Hanno difficoltà normali e vanno trattate come tali”.

Sulla strategia di mercato del Milan e sul suo futuro.

“La strada è ben indirizzata dal club e sta dando i suoi risultati. Non basta dire ‘facciamo la squadra giovane’, serve scovare i talenti. Area tecnica e scouting hanno trovato giocatori con grande potenziale, quando poi investi sui giovani hanno bisogno di tempo. In Italia di pazienza ce n’è poca, noi abbiamo preso dei giovani: Tonali giocava in una squadra di provincia e s’è visto catapultato in una realtà più grande, altri da paesi diversi. Ma se c’è disponibilità a lavorare insieme, prima o poi i risultati arrivano. Il club ha fatto una scelta ben ponderata ma ha scelto qualità”.

Su Tonali:

“E’ cresciuto tantissimo ma ha sempre avuto qualità. Gli servivano solo tempo ed equilibrio, sarà importante per il Milan per tanti anni ma non ha ancora ottenuto il massimo dalle sue possibilità”.

Sulla sostenibilità del calcio:

“Servono regole e strutture diverse. Noi da due anni andiamo a giocare in tante città europee, gli stadi sono moderni, sono abituati ad ospitare un pubblico giovane. Gli stadi in Italia sono vecchi, gli spogliatoi e i terreni di gioco anche, si potrebbe già partire da lì. Io spero di essere l’allenatore del Milan quando ci sarà il nuovo stadio a Milano”.

Sulla squadra:

Entusiasmante. È un gruppo che mi piace: sono responsabili e condividono le tipologie di lavoro. Un allenatore ha la percezione della propria squadra e ai miei giocatori piace il nostro modo di giocare. Ogni mattina mi alzo sempre con positività e credo nel lavoro e nel miglioramento. Ma bisogna confrontarsi con la realtà. Però ho sempre creduto nei miei giocatori. Milanello è un ambiente dove si lavoro benissimo”.

Su Ibra:

“Zlatan è una persona intelligente e simpatica. Al primo colloquio mi disse ‘Mister, non dare retta a quelli che dicono che non sono pronto. Io sono qui per fare giocatore e tu l’allenatore’. E io sto cercando di fare l’allenatore. Nello spogliatoio sa come comportarsi. A Sanremo? Non l’ho visto, avevo altro da fare. Io continuo a dirgli di pensare di fare il calciatore. Qualunque cosa farà nel futuro, farà carriera. È di un livello impressionante. In campo vede il gioco prima degli altri, Zlatan non sbaglia mai la scelta”.

Sul lavoro nel Milan:

“La mia crescita va di pari passo con la struttura dello staff che ho. Ho dei collaboratori molto giovani, che a livello tecnologico mi sono avanti anni luce. Bisogna interpretare dati e statistiche, ma è l’occhio che deve fare la differenza. Il mio obiettivo è quello di migliorare e sfruttare le caratteristiche dei singoli. Bisogna metterli in condizioni. Concetto, qualità e sacrificio sono le caratteristiche che fanno la differenza”.

Su come la squadra vede Ibra:

“Credo che Zlatan abbia dimostrato tanta intelligenza. Sapeva il momento che stava attraversando la squadra e nelle prime settimane ha osservato i suoi compagni. Oggi i giocatori lo vedono come un leader totale, ma sanno che possono trovare una persona altruista, pronta ad aiutare”.

Sul basket:

“Sono molto attento alla comunicazione degli allenatori di pallacanestro. In Italia abbiamo allenatori di grandissimo livello. Si può rubare qualche situazione e dinamica di gioco? Sì, ma sono due sport diversi”.

Su Daniel Maldini:

“Ha qualità e talento. È all’inizio del suo percorso. Ha un nome pesante. Il Milan ha una grande storia, per esempio ogni volta a Milanello passo davanti alla statua di Rocco e penso che guardi ogni mio allenamento. I giocatori sono stimolati dall’ambiente”.

Sui tifosi:

“Sono molto vicini e sono passionali. È una tifoseria che nei momenti di difficoltà abbiamo sempre sentito con noi. Quando l’anno scorso dicevano che il Milan era forte senza tifosi, si sbagliavano. Bisognava mettere sul piatto tutte le difficoltà che esistono senza i tifosi allo stadio. Ora siamo più preparati a sostenere le pressioni, ma siamo più forti perché abbiamo un’energia superiore”.

Sulla partita contro l’Atletico:

“Con l’Atletico, un po’ per nostre ingenuità, un po’ per situazioni esterne. L’arbitro non è stato il migliore in campo”.

 

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