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Perché a Napoli i tifosi disorganizzati gridano “merda” al portiere avversario? Basta, è fastidioso

Il silenzio del pubblico (in assenza dei gruppi organizzati) è rotto solo in due occasioni: quando il Napoli segna e quando il portiere rinvia dal fondo

Perché a Napoli i tifosi disorganizzati gridano “merda” al portiere avversario? Basta, è fastidioso
foto Hermann / Kontrolab

Lo Stadio Diego Armando Maradona è silenzioso. Troppo, se si pensa al nome che porta. Troppissimo, a guardare l’entusiasmante inizio di stagione della squadra di Spalletti che pare non conoscere partite maledette – l’ha dimostrato ancora col Torino e col Legia – e che fino al novantesimo, anche quando la palla non entra e anche con l’episodio a sfavore, aggredisce la partita cercando di portare a casa il risultato. Come piace ai tifosi.

Non è una questione imputabile solo ai gruppi, che peraltro ormai da qualche anno – una volta per un motivo e una volta per l’altro – passano più tempo in sciopero che in curva.

Al di là dei gruppi, dunque. Al di là proprio perché tutti i gruppi organizzati fanno un gran tifo, perfino in Eccellenza. Non è solo dagli ultras che si misura il calore di una tifoseria e quindi di uno stadio.

È evidente che quando nella ridondante sagra del luogo comune che va spesso in scena ci si riferisce al “popolo napoletano” e al suo “tifo passionale” ci si riferisce anche e soprattutto agli altri. Ai tifosi “disorganizzati”, se così possiamo chiamarli. Che sono molti di più.

E invece – in barba al luogo comune – a Napoli allo stadio ci vanno in pochi.

“’A passione”, “’o core e Napule”, “Canta Napoli”, ad oggi, rimangono più che altro titoli buoni per qualche giornale.

Ci vanno in pochi, allo stadio, e stanno pure in silenzio. Un silenzio piuttosto rumoroso. Che viene interrotto solo per l’esultanza liberatoria quando il Napoli fa goal e per quell’obbrobrioso “merda” che viene dedicato al portiere avversario a ogni rinvio.

Quel “merda”, poi, infastidisce. Assai. Fosse dedicato a un portiere in particolare, a causa di qualche suo atteggiamento o qualche dichiarazione alla stampa, allora potrebbe perfino essere compreso. Però così, a caso, senso non ne ha. Non è manco folkloristico. Né (se quello è lo scopo) è intimidatorio: gli avversari sarebbero certamente assai più intimiditi se lo stadio ricominciasse a tremare per davvero, quantomeno nei momenti clou della partita. Altro che “merda”.

Ecco: bisogna risolvere questa situazione, in fretta. Il solo ritorno dei tifosi organizzati non basterebbe. Ci vorrebbe un’operazione più ambiziosa. Va fatta dal club, con intelligenza, perché il Maradona silenzioso (e che interrompe il silenzio solo per urlare “merda”) è una delle pochissime stonature di un inizio stagionale coi fiocchi.

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