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Spalletti: “I giornalisti sono spaventatori professionisti. Parlate sempre di Insigne e del suo contratto”

«In Italia vengono rubate circa 100 mila auto all’anno, trecento al giorno, non capisco perché si voglia fare una parentesi per Napoli»

Spalletti: “I giornalisti sono spaventatori professionisti. Parlate sempre di Insigne e del suo contratto”

Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha presentato in conferenza stampa la partita di domani contro il Torino.

Adesso viene il bello per davvero? Le prossime partite potranno definire le ambizioni?

Sì, è un po’ come dare seguito alla sconfitta di coppa, così ora si dice “vediamo se si darà seguito a questo periodo”. Voi siete spaventatori professionisti. Ora c’è il contratto di Insigne che non può andare avanti se non firma, vedo questa manfrina tutti i giorni sui giornali. Prima o poi ci si indovina a fare sempre così. Le partite sono molto ravvicinate e potrebbero sorgere delle difficoltà, ma abbiamo una rosa che ci permette di andare incontro a periodi difficili. Ciò che mi dà forza è il recupero di calciatori molto importanti come Demme, Mertens, Lobotka.

Come sta Mertens?

L’ho visto molto bene. Con le cinque sostituzioni i titolari non sono undici, sono undici solo nella mente di chi vuole cercare il dubbio, che siano calciatori o chi ne parla. Ci sono i titolari da 70 minuti e quelli da 20, possono risolvere la partita in qualsiasi momento e hanno la stessa importanza di chi scende in campo dall’inizio.

Come si prepara una sfida importante dopo la sosta per le nazionali?

Le partite si preparano sempre allo stesso modo, perché sono tutte importantissime e mettono in palio tre punti, che servono per stare in una classifica nobile. Si vanno a vedere i dettagli di chi andiamo a incontrare, quali sono le loro caratteristiche e si fa presente ai calciatori. Sappiamo quale deve essere il nostro percorso, ne abbiamo parlato chiaramente della nostra ambizione. Vogliamo avere degli scopi per giocare determinate partite e allenarci in un certo modo. Non mi basta rimanere in una vita facile, voglio metterci qualcosa di mio. Il Torino ha una storia di squadra che lotta, tosta. Ogni volta che ci ho giocato ho sempre incontrato difficoltà perché dà battaglia. Con Juric poi ancora di più, perché lui è uno che sa fare il suo lavoro e va ad usare i suoi credo, prende calciatori con quelle caratteristiche. Nell’analisi di questa sfida non troverei nessuna giustificazione al fatto che abbiamo lottato meno di loro per quella che è la nostra classifica e il nostro pubblico.

Quando si inizia così bene, poi l’asticella si alza. Rispetto al Torino, può esserci anche una componente mentale? Juric è l’allenatore che la scorsa stagione ha precluso la qualificazione in Champions al Napoli…

I risultati fatti finora non devono essere un peso, ma una gioia per tutti. Dobbiamo essere felici ad essere in quella posizione. Ho detto spaventatori perché mi è stato detto che vedo fantasmi dappertutto. Comunque io non c’ero in quel Napoli-Verona, ne ho dovuto parlare dicendo che bisognava farla finita. I tifosi devono renderci meno vulnerabili.

100 giorni fa si insediava ufficialmente a Castel Volturno. Nella conferenza di allora, disse: “Nella sua storia Napoli hanno avuto grandi personaggi che l’hanno segnata e ama i suoi eroi come nessun’altra città”. Spalletti sente di poter rifare la storia?

Questo si può dire soltanto alla fine. Si è parlato molto delle future difficoltà come la Coppa d’Africa, saranno momenti reali da affrontare per cui di strada ce n’è ancora molta da fare. Mi sembra che anche uno dei più grandi dirigenti italiani, come Marotta, abbia detto che poi ci sono squadre di una tradizione e di una mentalità vincente che lo preoccupano più del Napoli. Mi dispiace che ci sia voluto lui per dare più consistenza ad un concetto che avevo detto più volte. È un po’ presto per scomodare chi ha lasciato un segno indelebile. Dobbiamo continuare a mettere tutte quelle qualità che ci vogliono, quella disponibilità, quell’ambizione che ha la nostra città.

Ospina è arrivato oggi, ha deciso chi giocherà in porta?

Certo che ho già deciso, ma non ve lo dico. Se dite che Meret gioca perché Ospina arriva in ritardo, pensate di fare un complimento a Meret? Il discorso è differente. Appurato che questo non è gratificante, avrà più spazio perché lui se lo merita, non perché si deve forzare questo problema che non c’è in questo momento. Facendo le cose regolari, si mette in condizione tutti di esprimersi al meglio. Quando ne abbiamo avuto bisogno che Ospina è arrivato all’ultimo momento, è andato comunque in campo e ha fatto il suo. Quindi perché creare ora questo problema? Altrimenti che me lo chiedete a fare. Per voi sono tormentoni, per me sono evoluzioni che possono avvicendarsi, valutazioni in base a ciò che succede in campo.

Avrebbe ragionato allo stesso modo se Ospina non fosse andato in nazionale? Giocando sempre lui, penso che se non fosse in nazionale non so se si sarebbe posto il problema.

Il discorso finale è come si è comportato e quale reazione ha avuto. Ha fatto il suo lavoro senza farsi condizionare dal viaggio. Stiamo parlando di un calciatore che è in grande condizione.

Rispetto all’ultima gara in casa, è arrivato il decreto sull’aumento della capienza negli stadi. Quanto è contento che lo stadio si riaffolla?

Vogliamo lasciarci contagiare dall’amore dei nostri tifosi, lo dobbiamo fare nostro questo sentimento per la squadra. Ci fa più piacere vederli sugli spalti ovviamente, ma l’affetto per questi colori si subisce anche senza averli tutti davanti, si percepisce.

Courtois ha detto che l’Uefa fa giocare partite inutili, Sarri ha detto che il calcio è solo business. Qual è la sua posizione?

Questo è un tema dove le istituzioni nazionali devono fare forzatamente delle riflessioni, anche per dare un segnale di uniformità a tutte le federazioni. Le società prendono giocatori forti che vanno in nazionale e poi gli arrivano poco prima delle partite che devono giocare. È troppo il carico che viene dato per poi disputare al meglio i campionati.

Come sta il comandante (Koulibaly, ndr)?

Benissimo, e vedo che trasmette ottime sensazioni al resto della squadra. Gli episodi di Firenze? Molte persone ragionano nel modo giusto, se si fa una foto a chi si comporta male e diventa tutto più facile per buttarli fuori dagli stadi e a non averci più a che fare. Vogliamo diventare tutti bellissimi, altissimi e nerissimi come il watusso Koulibaly.

Dopo il furto dell’auto è cambiato il suo giudizio sulla città di Napoli?

No, per gioco sono andato a vedere il trend in Italia. Vengono rubate circa 100 mila auto all’anno, trecento al giorno, non capisco perché si voglia fare una parentesi per Napoli.

La versatilità è uno dei pregi di questo Napoli: quanto merito è suo e quanto dei calciatori?

La ringrazio per i meriti ma è una questione di qualità dei giocatori e sono quasi tutti fatti di questa pasta. Chiedere dei movimenti diventa facile perché quel movimento diventa corretto perché con la qualità che hai lo concludi. Ma parte tutto da quella caratteristica e il lavoro diventa più facile. Poi bisogna metterci qualcos’altro, perché la partita non è solo attendere che venga passato il pallone.

Dopo una settimana così particolare, che segreto ha per tenere alta l’attenzione?

Penso che sia difficile trovare un segreto, io non ne ho. Forse è quello di voler condividere molte ore della giornata insieme a questi calciatori, di pensare al lavoro da fare.

Mertens è rientrato, lo valuta come un’alternativa ad Osimhen o lo vede anche alle sue spalle?

Sono supportato da quello che è successo a Firenze per rispondere. Stavamo vincendo 2-1 e ho tolto Osimhen e Fabian Ruiz per mettere Mertens e Petagna, l’ho fatto giocare sotto la punta mentre stavamo vincendo la partita. È molto indicativo, devo difendere il risultato ma metto lui sotto punta per tenere più distanti le pressioni avversarie.

Fabian Ruiz è uno dei migliori di questo inizio, ha giocato praticamente da regista. Cosa manca a Fabian e cosa ha per fare quel ruolo? Ghoulam è pronto a giocare?

A Fabian Ruiz non manca nulla per fare il regista, è proprio il ruolo che gli ho chiesto di fare e che sta facendo. Tocca più palloni di tutti, è in mezzo a ogni sviluppo o costruzione, per cui lo è di fatto. Secondo me è un po’ il suo ruolo, perché poi alla fine ne sa fare diversi. Sa giocare a calcio, è un ragazzo sveglio, ha tecnica e fisico. C’è da valutare dove perde delle qualità, se le deve mettere in campo tutte lo spazio diventa vasto e le cose diventano tanto. Visto che si tratta di squadra, ci sono delle cose in percentuale di cui si occupa maggiormente. Avergli ridotto lo spazio dove andare a esercitare la professione, gli ha fatto bene perché può produrre più cose.

Ghoulam sta molto meglio, è molto vicino ad essere nelle condizioni di potersi esprimere al meglio. Per quello che sono stati i suoi trascorsi, c’è bisogno di un inserimento più graduale e non di getto come può essere per Mertens.

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