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Il Gremio è ultimo in classifica e Scolari lascia la panchina

Campionato brasiliano. Decisiva la sconfitta col Santos. In testa alla classifica vince ancora l’Atletico Mineiro, a segno anche Diego Costa

Il Gremio è ultimo in classifica e Scolari lascia la panchina
Neanche il tempo di metabolizzare la 24esima giornata di campionato e in Brasile le squadre sono subito ridiscese in campo per disputare il turno numero 25, turno anche questo, come quello precedente, caratterizzato dalle non poche assenze dovute alle convocazioni dei vari calciatori nelle rispettive nazionali, impegnate nelle gare di qualificazione del girone sudamericano al prossimo Mondiale.

Vince in casa la capolista Atletico Mineiro che supera 3-1 il Cearà con doppietta di Hulk (la seconda rete realizzata su calcio rigore al decimo minuto di recupero del primo tempo!) e gol nei minuti finali di Diego Costa (entrato in campo al 63esimo dopo un periodo di assenza per infortunio…) che realizza così il suo terzo gol in sei presenze (di cui soltanto due da titolare) con la maglia del Galo alvinegro.

Importante vittoria anche per il Flamengo che espugna il Castelão di Fortaleza battendo per 3-0 i padroni di casa, con reti (tutte realizzate nella ripresa) di Pedro e doppietta di Micheal (alla sua seconda doppietta in un mese).

Nuova sconfitta (la settima nelle ultime undici gare di campionato, con un solo punto conquistato nelle ultime quattro…) per il Palmeiras che viene sconfitto 4-2 in casa dal Red-Bull Bragantino e vede così sfumare quasi definitivamente ogni possibilità di riacciuffare la vetta della classifica, che dista ormai 14 punti quando mancano 14 gare al termine.

Non si arresta, invece, la risalita dello Sport Recife (alla terza vittoria consecutiva) che batte 1-0 in casa il Corinthians, fermando così a quota dieci gare consecutive senza sconfitte la striscia di risultati utili dei paulisti. Vince anche il Bahia che nella gara d’esordio in panchina del nuovo tecnico Guto Ferreira passa per 2-0 a Curitiba sul campo dell’Athletico Paranaense, con reti di Rai e Gilberto, che realizza il suo decimo gol in campionato raggiungendo nuovamente Hulk (che con la doppietta realizzata poche ore prima lo aveva provvisoriamente scavalcato…) in testa alla classifica marcatori, per poi essere entrambi raggiunti dal giovane centravanti dell’Internacional Yuri Alberto, autore di una tripletta (la seconda stagionale) nell’incontro che ha visto i Colorado di Porto Alegre travolgere in casa la malcapitata Chapecoense (5-2 il risultato finale).

Torna al successo, dopo oltre due mesi di digiuno, il Santos che ottiene una fondamentale quanto ormai insperata vittoria casalinga (1-0 con gol in pieno recupero) contro l’altra pericolante Gremio che adesso, a seguito della sconfitta rimediata e delle contemporanee vittorie di Sport e Bahia, si ritrova da solo al penultimo posto a ben cinque lunghezze dalla zona salvezza; una  situazione di classifica talmente compromessa che ha portato, nelle ore successive la gara, ad un accordo per la rescissione consensuale del rapporto di lavoro tra la società e il tecnico Scolari che lascia così il Gremio dopo ventuno gare ufficiali (di cui quindici in campionato) nelle quali ha ottenuto nove vittorie e nove sconfitte (sei e sei in campionato). Pareggi per 0-0 tra Fluminense e Atletico Goianiense e per 1-1 tra Juventude e America Mineiro; chiude questa rodada di campionato il posticipo di martedì notte tra Cuiabà e San Paolo.

Terminata la narrazione dell’ultimo turno, è doveroso illustrare, ancora una volta, il perché di questa rubrica che racconta le gesta di un calcio così lontano e da alcuni ritenuto di “basso profilo”. Probabilmente il livello del campionato brasiliano non sarà elevatissimo come quello di alcune leghe europee, anche se va precisato che la Federazione Internazionale di Storia e Statistica del Calcio (Iffhs), tra il 2011 e il 2020, lo ha inserito sei volte su dieci (e per quattro volte consecutive tra 2017 e il 2020!) nei primi tre posti della speciale classifica di valore dei vari campionati nazionali, mentre secondo le stime del noto portale tedesco Transfermarkt.com (che non sarà la Bibbia ma resta pur sempre un valido punto di riferimento…), le venti squadre del Brasileirão avrebbero un valore economico complessivo pari a 1,08 miliardi di euro, valutazione questa che lo posizionerebbe all’ottavo posto nella graduatoria dei tornei più “preziosi” al mondo, alle spalle dei cinque “top” campionati europei (Premier League, Liga, Serie A, Bundesliga e Ligue 1) e appena un po’ al di sotto della Primeira Liga portoghese e della Championship (la seconda divisione inglese) che, sempre secondo Transfermarkt, varrebbero rispettivamente 1,16 e 1,13 miliardi. Da evidenziare che, stando sempre alle stime del suddetto portale, la nostra Serie B avrebbe, ad oggi, una valutazione complessiva di 453,93 milioni, ossia meno metà del campionato brasiliano (con buona pace di chi sostiene che il Brasileirão vale meno della nostra Lega Pro o quanto un torneo amatoriale!).

Ma, al di là di questi dati, ciò che rende il campionato brasiliano uno dei più competitivi, equilibrati, avvincenti, difficili, imprevedibili e, pertanto, meno scontati/noiosi del pianeta è il fatto che in Brasile, a differenza di quanto accade ormai da tempo in Europa, la vittoria del campionato non è un discorso circoscritto alle solite 2/3 squadre; basti pensare che, come già riportato in precedenti occasioni, dal 1995 ad oggi il campionato brasiliano lo hanno vinto ben undici squadre diverse (e se quest’anno dovesse vincerlo l’Atletico Mineiro il numero salirebbe a dodici!): sei volte il Corinthians, tre volte Flamengo, Cruzeiro e San Paolo, due volte a testa Palmeiras, Fluminense, Santos e Vasco da Gama ed una ciascuno Athletico Paranaense, Gremio e Botafogo. Nello stesso lasso temporale in Italia il titolo lo hanno, finora, vinto soltanto cinque squadre: quattordici volte la Juventus (più due revocati dalla Giustizia Sportiva), sei volte l’Inter (di cui uno a tavolino), quattro volte il Milan e uno a testa la Lazio e la Roma. Idem in Spagna (dodici volte il Barcellona, nove il Real Madrid, tre volte l’Atletico Madrid, due il Valencia ed una il Deportivo La Coruna) e in Germania (diciotto volte il Bayern Monaco, cinque volte il Borussia Dortmund, una a testa Wolfsburg, Werder Brema e Kaiserslautern). Un po’ meglio le cose vanno in Inghilterra, con sette squadre che hanno vinto il titolo (undici volte il Manchester United, cinque volte ciascuno il Manchester City e il Chelsea, tre volte l’Arsenal e una volta a testa Liverpool, Leicester e Blackburn Rovers) e, soprattutto, in Francia con nove squadre vincitrici del campionato (sette titoli a testa per Paris Saint Germain e Olimpique Lione, tre per il Monaco, due ciascuno per Lille, Bordeaux e Nantes, uno per Montpellier, Olimpique Marsiglia e Lens); tuttavia in Francia negli ultimi anni abbiamo assistito alla “anomalia” di Lione e Paris Saint Germain che, da sole, hanno vinto ben quattordici degli ultimi venti titoli in palio (il 70%), molti dei quali consecutivamente, cosa questa che invece non è mai accaduta in Brasile, se non ai tempi di Pelè, quando il suo Santos si aggiudicò per cinque volte di fila (dal 1961 al 1965) la Taça Brasil.

Da notare che in questo parallelo tra il campionato brasiliano e le principali leghe europee non abbiamo proprio preso in considerazione il campionato portoghese, nel quale il titolo, al di fuori delle tre grandi (Benfica, Porto e Sporting Lisbona), in tutta la sua storia (dal 1934/35) è stato vinto soltanto una volta dal Boavista (nel 2001) e una dal Belenenses (nel lontano 1946)!

Per i suddetti motivi, si ritiene il Brasileirão un torneo a suo modo unico e che vale la pena seguire, proprio per questa sua caratteristica che lo rende un campionato molto “aperto” e, pertanto, alla portata di più squadre, e non soltanto delle solite, poche, compagini come invece accade nel “vecchio continente”, nel quale il livello qualitativo delle singole competizioni nazionali sarà sicuramente più elevato ma, numeri alla mano, anche il rischio di diventare un po’ troppo “monotone”.

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