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Cinque gol su calcio da fermo, il Napoli si allena davvero e anche senza settimana tipo

Anche a Firenze uno schema, come ha spiegato Spalletti nel post-partita. Per non accontentarsi ci vuole coraggio, umiltà ed etica del lavoro

Cinque gol su calcio da fermo, il Napoli si allena davvero e anche senza settimana tipo
Firenze 03/10/2021 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Napoli / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: esultanza gol Amir Rrahmani

Sette bello, verrebbe da dire. E non ci si riferisce solo alle sette vittorie consecutive in campionato del Napoli di Spalletti.
È la voce di Edoardo Testoni, in telecronaca per DAZN, a far notare infatti che è il settimo gol del campionato del Napoli in sette giornate che nasce dagli sviluppi di un calcio piazzato. Escludendo i due rigori segnati da Insigne diventano cinque. Sono comunque un’infinità.

Quello che colpisce è che si tratta di schemi, evidentemente studiati, provati, preparati in allenamento. Oggi Zielinski e Insigne dopo un cenno d’intesa che non è sfuggito ai più attenti, hanno praticamente fatto una finta nel battere il calcio di punizione. Finta che ha sorpreso (e molto) la difesa viola. Nel post partita Spalletti ha confermato che non è che il risultato del lavoro certosino suo e del suo staff: l’hanno vista e poi presa da una partita del Dortmund, consigliata dal match analist. Straordinario poi lo schema Insigne-Ruiz-KK-Rrahmani nel gol all’Udinese. Non è che il risultato del lavoro, della preparazione, dell’allenamento. Allenamento che evidentemente si può fare, checché ne dica Gattuso con la follia della “settimana tipo” e Sarri con la sua nuovissima polemica sindacale delle sessantuno-sessantaquattro ore. Due di questi gol sono arrivati proprio da Rrahmani, difensore solido, colpevolmente dimenticato per mesi nella precedente stagione.

E allora s’è parlato tanto di una squadra mentalmente forte grazie al lavoro dell’allenatore. Ed oggi è stato ancora più importante ritrovare intatta questa mentalità dopo il tonfo europeo di giovedì, che avrebbe potuto portarsi appresso qualche scoria.

Ma Spalletti non sta allenando solo la testa. Sta facendo molto di più. Sta allenando per davvero, sul campo, questa squadra. E dalla sua mezza insoddisfazione post partita (“abbiamo comunque fatto meno di quello che sarebbe nelle nostre possibilità”) è percepibile la ferma volontà di non porsi limiti, di non accontentarsi. E con ventuno punti, la miglior difesa del campionato (che in Italia conta a qualcosa) ed il secondo miglior attacco, per non accontentarsi ci vuole coraggio, umiltà ed etica del lavoro.

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