Su L’Equipe la moda degli arbitri di rugby che entrano nelle staff dei club perché così guadagnano di più
Una tendenza iniziata nei primi anni '90 e oggi diventata una moda. Dipende anche dalla precarietà della posizione di arbitro

Aumenta sempre più il numero di arbitri che, nel mondo del rugby, lasciano la carriera di direttori di gara ed entrano a far parte dello staff dei club, dove le loro competenze sono più ricercate e anche meglio retribuite. Una circostanza non del tutto nuova, se si pensa ad esempio a Pierre Berbizier, che nei primi anni ’90 invitò l’arbitro internazionale Patrick Robin a collaborare con lui per capire meglio le regole del gioco e come lottare contro l’indisciplina cronica.
Il “trasferimento ” più clamoroso è stato quello di Alexandre Ruiz, lo scorso maggio, un arbitro 34enne che nel fiore della sua carriera ha deciso di mettersi a disposizione dello staff del Montpellier. Oppure Jérôme Garcès che si è unito ai Bleus, o ancora l’ex arbitro internazionale Glen Jackson, che è entrato nello staff delle Fiji, o Cédric Clavé, che dispensa le sue conoscenze ai giocatori dell’Olympique Castres.
Ci sarebbero ancora altri esempi, ma adesso la circostanza sembra essere diventata una moda che, come alcuni spiegano, dipende da una forma di precarietà della posizione di arbitro e dalla più allettante remunerazione offerta dai club.