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La campagna elettorale inseguendo l’unico vero uomo politico di Napoli: Maradona

Diego l’unico che in città ha rispettato il programma di governo. Le mosse propagandistiche ci riportano all’Arcimatto di Brera del novembre 1961

La campagna elettorale inseguendo l’unico vero uomo politico di Napoli: Maradona

In città ci sono le elezioni. Se ne saranno accorti in pochi. O in tanti, visto che come una gara tra poveri sono tutti pronti a correre per i duemiladuecento euro, più vari benefit, che assicura uno scranno a Palazzo San Giacomo per un lustro. Il calcio in queste elezioni è stato materia per il traino di un elettorato implicitamente disprezzato dai candidati. O forse solo consci del tessuto cittadino spesso scadente, a volte imbarazzante. Del resto il mainstream dell’anno, a Napoli, è la “tiktoker” che prende in giro i vigili urbani. Se ci fosse stato ancora bisogno di conferme, è giunto stonato il coretto “difendo la cittààààà” durante Napoli Cagliari che ha plasticamente dimostrato quanto vuota sia la tifoseria azzurra. La tifoseria più fredda d’Italia. Con un bacino di utenza di oltre tre milioni di persone, ed un monopoli effettivo, non si riesce a riempire lo stadio. Se De Laurentiis fissasse a 1 euro simbolico tutta la parte inferiore del San Paolo, non avrebbe il tutto esaurito.

La presunzione, la distanza e la condiscendenza, con cui Manfredi prima e Maresca poi, stanno cercando di blandire gli elettori ci portano al ricordo dell’Arcimatto di Gianni Brera del 27 novembre 1961. Il grande giornalista lombardo, scriveva in lingua napolista (senza conoscerne l’esistenza) una lettera aperta al comandante Lauro e parlando di calcio lamentava delle condizioni di indigenza e subalternità delle classi popolari partenopee. Nelle parole di Gianni Brera riconosciamo i due principali competitor di questa campagna elettorale nelle vesti di vittime e carnefici. Vittime perché con piccoli e pietosi sotterfugi cercano di blandire l’elettorato, ma anche carnefici, perché utilizzano l’immagine dell’unico politico che nella storia della città abbia rispettato il proprio programma di governo: Diego Armando Maradona.

Manfredi

In questo patetico siparietto di cui sono pietosi testimoni i nostri occhi e le nostre orecchie sono completamente assenti i tifosi. Nessuna presa di posizione. Nessuna segnalazione all’efficientissimo sportello “Difendo La città”. Insomma il piattume critico di una città e di un popolo che ormai non suscita più sentimenti pietosi come successo a Brera nel 1961. Bensì suscita solo disprezzo vista l’assoluta incapacità di essere “popolo”. Risultando solo un’accozzaglia di gente disinformata, incazzata, depressa, che ha nel dileggio e nello scontento delle istituzioni il vissuto comune.

Per fortuna, a parte auto-testimonianze di comparsate al San Paolo, il Napoli non è stato coinvolto in questa campagna elettorale. Troppo lontani i mondi attualmente. Il Napoli è primo con merito. Napoli è ultima, nelle attenzioni nazionali, nell’educazione civica e nel dibattito cittadini. Il Napoli è stato tenuto fuori anche dalla politica che ha preferito pagliacciate sotto il murales di Maradona ai quartieri spagnoli, oppure scambi di maglia con ex capitani di cui vorremmo serbare un buon ricordo, ma non vi riusciamo. A differenza del passato, De Laurentiis non ha messo bocca sulle elezioni. Visti i rapporti con de Magistris, con qualsiasi inquilino i rapporti potranno essere solo migliori. Ma la vera sconfitta sarà per i napoletani che comunque andrà, saranno governati da persone che non hanno a cuore che il destino di loro stessi. Ma qualcuno ha fatto campagna elettorale senza nominare Diego??

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