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Il Napoli si sta comportando da potenziale big, Spalletti è un incrocio tra Bianchi e Sarri

Tanti i fattori che concorrono al momento positivo: l’apporto dell’allenatore, l’unione del gruppo, la crescita di alcuni calciatori

Il Napoli si sta comportando da potenziale big, Spalletti è un incrocio tra Bianchi e Sarri
Mg Genova 23/09/2021 - campionato di calcio serie A / Sampdoria-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Victor Osimhen-Lorenzo Insigne

Un ottimo Napoli come nella precedente gara soffre nella prima mezz’ora ma poi sale in cattedra fino a far sembrare quasi una squadra di categoria inferiore anche la Sampdoria, sconfitta per la sesta volta consecutiva (i blucerchiati hanno vinto solo una delle ultime ventuno sfide con gli azzurri). Che sia però – nonostante il nuovo roboante successo – troppo presto per sognare lo dicono le fredde statistiche: solo due volte nella sua storia la squadra partenopea ha vinto le prime cinque gare di Serie A (nel 1987-88 e nel 2017-18) e in entrambe le circostanze è stata beffata sulla linea del traguardo, terminando la stagione al secondo posto.

Di certo però di quelle due formidabili squadre che godevano una del più grande calciatore di sempre, l’altra di un grandissimo talento offensivo esaltato da un’ottima organizzazione, questo Napoli ha la coscienza della sua forza, che le infonde serenità nei momenti difficili della gara. Curiosamente poi ha in Spalletti un allenatore che per certi versi sembra un incrocio calcistico tra le caratteristiche di Bianchi (cultore della gestione umana del gruppo e dell’attenzione all’equilibrio in campo) e quelle di Sarri (maestro dell’organizzazione tattica e dell’attenzione anche all’estetica del suo calcio).

Tornando alla partita, il risultato del campo è troppo pesante per una Sampdoria che ha giocato bene e alla pari di Insigne e compagni per gran parte del prima frazione di gioco ma allo stesso tempo rispecchia il valore di una prestazione corale di altissimo livello degli uomini di Spalletti.

A un Napoli che già era molto forte – dal 25 febbraio a oggi ha giocato 23 partite, vincendone 17 e perdendone solo una – si è aggiunto innanzitutto l’apporto di Zambo Anguissa, giocatore capace di dare dinamismo, centimetri e chili (e una buona proprietà di palleggio) ai suoi compagni. Non è nemmeno da sottovalutare l’apporto fornito dalla sapienza tattica di Spalletti, che ha fatto abbandonare ad esempio l’esasperata ricerca della costruzione dal basso e dato maggiore serenità al gruppo.

Alcuni giocatori sono poi molto cresciuti rispetto a qualche mese fa: Fabian Ruiz, a prescindere dai due gol stagionali, con qualche piccolo accorgimento rispetto alla passata gestione sta mostrando di poter essere un brillante centrale in mediana. Anche Mario Rui, che aveva chiuso la scorsa stagione da panchinaro di Hysaj (il portoghese aveva fatto da titolare solo 4 delle ultime 16 di campionato) sta giocando con una sapienza tale da far dimenticare come non sempre sappia rubare l’occhio.

In una squadra in cui Koulibaly e Insigne sono sempre più leader maturi di un gruppo nuovamente molto unito, che deve ancora poter contare appieno su un talento purissimo come Zielinski (bellissimo il suo gol contro la Samp) e su due potenziali titolari come Demme e Mertens, continua a impressionare Osimhen. Il 22enne nigeriano ha evidenti margini di miglioramento, ma è già adesso un autentico bomber: contando i minuti giocati e i gol realizzati da quando a inizio marzo (in un Napoli Bologna) è definitivamente tornato in campo, ha segnato 13 gol in 1248 minuti (ovvero viaggia a un’ottima media di una rete ogni 96 minuti).

Siamo appena a settembre, questa squadra deve ancora reagire alle inevitabili sconfitte e dimostrare di saper ovviare a concomitanti infortuni e squalifiche: non è scaramanzia dire che è troppo presto per capire se possa puntare al primo posto, ma non è nemmeno esagerato affermare che sin qui il Napoli si è comportato da potenziale big.

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