Sul CorSport: si è comportato da maschio da giungla, come si addice ad un derby. Per detergere l’immondo dagli stadi bisognerebbe cominciare dalle ciurme anonime
Sul Corriere dello Sport Giancarlo Dotto si schiera in difesa di Nicolò Zaniolo.
“Discutiamo di buone maniere? Zaniolo ha sbagliato. Discutiamo di derby? Zaniolo è stato il protagonista numero uno. Lui una spanna sopra, e poi tutti gli altri”.
E spiega a cosa si riferisce:
“Non parlo di pagelle, ma di come si sta dentro la storia di un derby rispettando i propri tifosi”.
Il tifoso chiede al calciatore in campo “dimostrami di aver capito cosa mi cova dentro e perché sono qua a ulcerarmi la vita per te”. E Zaniolo lo ha fatto.
“A Nicolò si è chiusa la vena e sono partiti i trofei schiumanti del maschio da giungla. Ma è così lontana dalla giungla una sfida da derby a Roma, Genova, Buenos Aires, Londra, Glasgow, Belgrado, Atene o Istanbul? Ogni epoca traccia il suo slang gestuale. Il calcio è mischia plebea. Ci si dice e ci si fa di tutto negli incroci corporali e non da stadio”.
Se in passato per episodi simili non sono stati squalificati Ronaldo e Simeone, sarebbe difficile, oggi, spiegare una squalifica a Zaniolo. Dotto scrive:
“Volete dare il buon esempio? Volete detergere l’immondo dagli stadi? Impresa durissima. Bisognerebbe cominciare dalle ciurme anonime che insultano tua madre, tua moglie, il tuo colore, qualunque cosa sia insultabile. Tollerabile? Un ragazzo di vent’anni dovrebbe dare il buon esempio a tutti noi quando chiunque di noi ha sognato almeno una volta di testare la solidità del cranio di un cafone al semaforo, non avendolo fatto solo per timore delle conseguenze o perché di solito non giriamo con la mazza da baseball in auto? Insomma, dobbiamo metterci d’accordo una volta per tutte”.
Se il titolo di ogni derby è Furore, conclude, il secondo tempo di Zaniolo è stato furore puro.