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Bianchi: «La Dad è finita, non ha funzionato. Classi pollaio? Le scuole sono autonome, noi abbiamo dato risorse»

A La Stampa: «Il Green Pass sarà obbligatorio anche per il personale esterno. Il 92% del personale interno è vaccinato con almeno una dose, come più dei due terzi degli studenti»

Bianchi: «La Dad è finita, non ha funzionato. Classi pollaio? Le scuole sono autonome, noi abbiamo dato risorse»

Su La Stampa un’intervista al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Parla dell’obbligo del Green Pass per i lavoratori delle scuole.

«E’ una decisione che deve passare dal Consiglio dei ministri, ma il pass sarà richiesto anche al personale esterno, come i lavoratori delle mense scolastiche o quelli che si occupano della manutenzione. Chi per lavoro entra nelle scuole deve essere soggetto alle stesse regole».

Bianchi si dice soddisfatto della risposta del mondo della scuola alla campagna vaccinale.

«C’è stato grande senso di responsabilità, quasi il 92% del personale scolastico è vaccinato con almeno una dose, come più dei due terzi degli studenti. In particolare, oltre il 70% dei ragazzi e ragazze tra i 16 e i 19 anni: un dato importante, visto che il problema del sovraffollamento nelle classi riguarda essenzialmente le scuole superiori».

Sulle “classi pollaio”:

«È da aprile che ci stiamo preparando, abbiamo stanziato 400 milioni per il personale aggiuntivo, per limitare il sovraffollamento, poi 270 milioni per gli interventi degli enti locali. Inoltre, abbiamo dato alle scuole pubbliche 350 milioni per dotarsi di strumenti di areazione, altri 60 milioni alle private. La scuola vive sul principio dell’autonomia, noi abbiamo messo le risorse a disposizione degli istituti e degli enti locali. Abbiamo 48.400 edifici, alcuni sono in una situazione critica, altri migliore, altri li stiamo costruendo. Ricordo che le scuole sono di proprietà di comuni e province, li stiamo aiutando nella progettualità, c’è un accordo con Cassa depositi e prestiti. Dal Pnrr arrivano 18 miliardi, di cui 2 miliardi e mezzo saranno per l’edilizia scolastica, per mettere in sicurezza e ridisegnare le scuole, e altrettanti vanno per la digitalizzazione».

Sulla Dad:

«La Dad come l’abbiamo intesa finora è finita, non ha funzionato l’idea che si possa sostituire la didattica in presenza con una surrogata. Ora dobbiamo tornare in presenza, ma uscendo dalle mura della classe, aprendo la scuola all’esterno: bisogna usare le tecnologie per collegare i ragazzi tra loro, unendo gli studenti siciliani ai lombardi o a quelli di altri Paesi. Una Dad per aprire e non per chiudere, per stare vicini e non lontani».

Sul distanziamento in classe, che non è più un obbligo ma solo una raccomandazione.

«Noi abbiamo recepito un’indicazione del Comitato tecnico-scientifico: se gli esperti mi dicono che si può fare, io mi fido. Comunque, nella maggior parte delle scuole il distanziamento potrà essere rispettato, il problema della mancanza di spazi riguarda il 2,9% delle classi nelle superiori, concentrate nelle periferie urbane».

 

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